RIMINI: Flotilla, famiglia della giornalista riminese, "non abbiamo sue notizie"
CRONACA - Dalla mezzanotte di ieri non si hanno più "notizie dirette" e contatti con Michela Monte, giornalista riminese imbarcata su uno dei natanti della Global Sumud Flotilla diretta verso Gaza: lo comunicano, sul profilo Facebook della cronista, i suoi familiari. "L'unità di crisi della Farnesina - scrivono - ci ha informati che, non essendosi registrate criticità nell'operazione, Michela dovrebbe trovarsi, insieme agli altri italiani e internazionali, trattenuta nel porto israeliano per poi essere trasferita in un centro di detenzione. A causa della festività, l'ambasciatore italiano potrà incontrarli solo domani e solo allora sarà disponibile un elenco certo dei connazionali in stato di fermo". Ad ogni modo, proseguono i familiari di Monte, "la nostra speranza è che in queste ore le condizioni di detenzione e le procedure di rilascio siano improntate al rispetto dei diritti umani e della dignità di tutte le persone fermate. Ringraziamo ancora una volta di cuore tutti: dalle personalità politiche locali, ai colleghi, agli amici e a chiunque ci sta facendo sentire la propria vicinanza. Ma soprattutto chiediamo di mantenere alta l'attenzione: il sostegno e la pressione pubblica sono fondamentali in momenti come questi. Domani speriamo davvero di poter condividere buone notizie". E in questo ore, all'indirizzo della giornalista romagnola è giunta anche la "solidarietà" da parte dell'Associazione Stampa Forlì-Cesena che, in una nota, chiede alle istituzioni locali e nazionali di intervenire per garantire la sicurezza della collega e di tutti gli operatori dell'informazione che partecipano a missioni come quella della Global Sumud Flotilla. "Ogni giornalista - puntualizza l'associazione - deve poter svolgere la propria professione senza intimidazioni, senza paure, con la certezza di essere tutelato dagli organismi competenti".