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EMILIA-ROMAGNA: Carceri, oltre 800 detenuti in più dei posti

ATTUALITÀ - Nelle carceri dell'Emilia-Romagna ci sono 3.820 detenuti, ma la capienza è di 2.988 posti: nelle celle bisogna stringersi per fare spazio a 832 persone in più. A garantire la sicurezza ci sono 1.907 agenti di Polizia penitenziaria, anche se da pianta organica dovrebbero essercene 2.105: ne mancano 198. "Una situazione critica, quella degli Istituti di pena anche in Emilia-Romagna, in cui 5 detenuti si sono tolti la vita in questo primo scorcio del 2025", segnala la Regione che con il presidente Michele de Pascale e l'assessora al Welfare, Isabella Conti ha visitato le strutture di Modena e Bologna. "L'obiettivo è il confronto con i vertici del sistema penitenziario dell'Emilia-Romagna sulle attuali criticità, a iniziare da sovraffollamento e atti di autolesionismo, puntando alla definizione un protocollo regionale per migliorare concretamente le condizioni di vita all'interno delle carceri, sia sotto il profilo sanitario, sia da quello del reinserimento socio lavorativo, per rendere la pena effettivamente rieducativa e non esclusivamente detentiva", continua la Regione che ha dedicato al tema lo speciale 'Il vostro carcere quotidiano', a cura dall'Agenzia di informazione e comunicazione della Giunta, online sul sito istituzionale.

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RIMINI: Assolto il dottor Bianchi, a processo per prescrizione di farmaci doping

CRONACA - È stato sotto processo negli ultimi 20 anni perché a più riprese considerato il medico che prescriveva il doping. Ora arriva una nuova assoluzione e la Cassazione annulla la sua radiazione dell’ordine. Il Tribunale di Rimini ha assolto il dottor Vittorio Emanuele Bianchi, dall’imputazione contestata perché il fatto non sussiste. L’accusa aveva chiesto la condanna a due anni e un mese di reclusione. Imputati insieme a Bianchi, personal trainer e istruttori di palestre per rispondere, a vario titolo, dell’accusa di uso e vendita di sostanze dopanti. Bianchi era ritenuto il medico che prescriveva le sostanze ritenute alteranti ai pazienti seguiti dal suo studio e nel corso della perquisizione presso il domicilio e l’ambulatorio del professionista erano state rinvenute confezioni di lidocaina e altri medicinali. Proprio per questi medicinali la difesa ha sempre contestato la riconducibilità delle sostanze alla classe di farmaci dopanti. Per il dottore, che ha anche ottenuto in Cassazione l’annullamento del provvedimento di radiazione a vita dall’Ordine dei medici. Il dottor Bianchi infatti era tornato tra gli imputati cinque anni dopo, nel 2022, quando si era aperto l’ultimo processo a suo carico, il terzo per l’esattezza, sempre per le cure considerate dal Nas dei carabinieri come dopanti.  Il 27 luglio del 2017 l’ultima indagine a suo carico che aveva portato il medico nuovamente nel mirino del Nas. Il nucleo anti sofisticazione dei carabinieri aveva iniziato ad indagare dopo alcune perquisizioni nelle palestre durante le quali erano saltate fuori decine e decine di confezioni di sostanze dopanti e farmaci usati per migliorare le prestazioni. Da lì un blitz anche da Bianchi, ritenuto il medico che le prescriveva.

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FAENZA: Vandalizzata la sede di Fratelli d'Italia | FOTO

CRONACA - "I seminatori di odio e di violenza hanno colpito anche in Romagna. Nella notte la sede di Fratelli d’Italia a Faenza è stata deturpata con delle scritte e vernice", dice la senatrice FdI Marta Farolfi. "Questo gesto vile ed esecrabile - riprende - si inquadra nel clima di odio e di violenza che le sinistre extraparlamentari, spesso spalleggiate anche da forze politiche presenti in Parlamento stanno mettendo in atto per fermare il buon governo del centrodestra e di Giorgia Meloni. Stiano certi questi loschi figuri - conclude - che non ci faremo intimidire dalle loro bravate e continueremo con sicurezza la nostra attività politica e di governo al servizio dei cittadini romagnoli e di tutta la nazione". La sede del partito della premier è stata imbrattata con vernice nera e la scritta “avevate Almasri”.

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RIMINI: Test della camminata, 60 giorni per chiarire il mistero di Pierina | VIDEO

CRONACA - Le immagini, oltre 10 ore di filmati, sono state acquisite. Ora è il momento di passare all’analisi dettagliata dei fotogrammi. Avrà tempo fino al 28 aprile il super perito Sebastiano Battiato, incaricato di risolvere il mistero della cam3, la telecamera della farmacia che la sera del 3 ottobre potrebbe aver ripreso l’assassino di Pierina Paganelli, uccisa con 29 coltellate nel garage del condominio di via del Ciclamino. Il perito del Tribunale di Rimini, alla presenza dei consulenti delle parti, ha visionato le immagini della farmacia San Martino, davanti alla quale hanno "sfilato" Dassilva, unico indagato in carcere dal 16 luglio, ed Emanuele Neri, residente nel condominio, che si era riconosciuto nelle immagini della videocamera, grazie alle quali la procura ha accusato Dassilva. Per questo, il gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, aveva accolto la richiesta della procura di effettuare un incidente probatorio per dare un nome a "ignoto 1" e fugare ogni dubbio sul principale indizio in mano agli inquirenti. Fondamentale sarà il riconoscimento del colore della pelle e, già dalle prime ore dopo l’acquisizione delle immagini, hanno cominciato a trapelare le prime indiscrezioni. "La nostra percezione – ha detto l'avvocato Monica Lunedei, che difende i figli di Pierina – è che l'esperimento probatorio rafforzi le basi dell'indagine. La tendenza è che ignoto 1 non sia Neri per il chiarore della pelle". Un’opinione, certo, non una prova. Di diverso tenore, infatti, le dichiarazioni degli avvocati di Dassilva: "Attendiamo l'elaborato peritale – hanno detto ai giornalisti –. I periti hanno richiesto 60 giorni, quindi la soluzione non è immediata. Tanto grande è la mole di dati da lavorare". Insomma, bisognerà aspettare ancora almeno due mesi per la prova che potrebbe essere decisiva nella soluzione del caso.

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RAVENNA: Al Socjale di Piangipane, l’assemblea annuale di Legacoop Romagna | VIDEO

ATTUALITÀ - Il rafforzamento della sanità pubblica, un welfare che risponda alle mutate esigenze sociali, il diritto alla casa come elemento chiave per l’attrattività del territorio, il contrasto al dissesto idrogeologico e il potenziamento dell’economia romagnola attraverso lo sviluppo del Porto di Ravenna e del sistema fieristico e aeroportuale. Questi i cinque temi strategici che Legacoop Romagna ha posto oggi al centro dei lavori della sua ’assemblea annuale e di metà mandato, svolta al Teatro Socjale di Piangipane alla presenza del presidente della Regione, Michele de Pascale. Legacoop Romagna rappresenta circa 380 imprese associate nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, con un valore della produzione di oltre 7,7 miliardi di euro, oltre 320mila soci (incluse tutte le tipologie di soci: lavoratori, produttori, consumatori) e più di 28mila lavoratori. L’assemblea ha rappresentato l’occasione per l’avvio delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della rinascita del movimento cooperativo in Romagna. La ricorrenza sarà ricordata nei prossimi mesi con una serie di eventi dedicati alla storia, ai valori e alle prospettive future del movimento cooperativo.

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