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ROMAGNA: Click day, “burocrazia lenta, a rischio i raccolti” | VIDEO

ATTUALITÀ - Sono state alcune migliaia le aziende romagnole che si sono candidate per il decreto flussi 2024 che prevede oltre 150 mila ingressi in Italia di lavoratori non comunitari. Ma il settore agricolo lamenta le lungaggini burocratiche che metterebbero a rischio i raccolti.   Il 26 marzo si è tenuto il primo dei tre Click day concessi dal decreto flussi che consente quest’anno l’ingresso in Italia di oltre 150 mila lavoratori extracomunitari da distribuire in vari campi, tra cui l’agricoltura, dove c’è un gran bisogno di manodopera. Anche in Romagna. “I settori dove c'è mancanza di manodopera sono quello della raccolta, della frutta, soprattutto nei territori di Forlì-Cesena e Ravenna. E poi nella zona del Riminese, dove abbiamo delle grandi aziende orticole”, spiega Eugenia Panciatichi, responsabile risorse umane delle Coldiretti di Forlì-Cesena-Rimini. Il Click day rappresenta una “grande occasione” per gli agricoltori, sottolinea Coldiretti, ma i visti per i lavoratori arrivano troppo tardi. “Per noi è una grandissima opportunità, però qual è il problema? Che ci sono un po’ di lungaggini burocratiche. Dovrebbero essere risolte all'interno dei vari ministeri. Devono cercare di portare avanti queste richieste il più velocemente possibile perché altrimenti ci ritroviamo con quote che ci sono state date, datori di lavoro che aspettano i dipendenti per poi mettere in atto le varie fasi lavorative, e invece i dipendenti restano là in quanto non hanno il visto per poter entrare in Italia”. C’è il rischio che i lavoratori arrivino troppo tardi per la raccolta? “Sì, può essere che arrivino un po’ tardi. Abbiamo i nullaosta, però non hanno il visto di ingresso nelle ambasciate italiane all'estero. La burocrazia ci blocca un po’”.

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CERVIA: Al Teatro comunale arriva Prinzipì con le musiche di Casadei | VIDEO

ATTUALITÀ - Il piccolo principe diventa Prinzipì in questa piece teatrale/musicale che andrà in scena al teatro Comunale di Cervia. La versione dialettale è di Renzo Bertaccini, su musica di secondo Casadei eseguita dall’orchestra la Corelli diretta da Giorgio Babbini e con la straordinaria partecipazione dei ballerini alla Casadei del gruppo Malpassi.Lo spettacolo verrà ripreso integralmente dalle telecamere di Teleromagna per a messa in onda televisiva.

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FORLI’: Alla Fabbrica delle Candele un evento per la creatività del futuro | VIDEO

ATTUALITÀ - Pensare al futuro della creatività cittadina e ai giovani del territorio attraverso un evento partecipativo. E’ questo l’obiettivo di “Costruiamo insieme la Forlì di domani. Giovani e creatività nella fabbrica del Futuro”, che si svolgerà nella giornata di sabato 6 aprile all’interno degli spazi della fabbrica delle Candele, centro polifunzionale dedicato alla creatività giovanile. La giornata, aperta al pubblico, si articolerà in due diverse fasi, mirando a coinvolgere un alto numero di partecipanti, con la presenza di relatori d’eccellenza e protagonisti del mondo associazionistico del territorio.

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ROMAGNA: Alluvione, dalla Valle d'Aosta 127mila euro per Solarolo

ATTUALITÀ - La Valle d'Aosta ha destinato la somma di oltre 127.000 euro, frutto di una raccolta di fondi, al comune di Solarolo (Ravenna), colpito dall'alluvione del 2023. Lo ha annunciato il presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, in apertura dei lavori dell'Assemblea valdostana. "Unendo le forze, con l'aiuto di tutta la comunità e delle istituzioni, furono raccolti oltre 127.000 euro da destinare ad una realtà che avesse subito rilevanti danni - ha spiegato in aula - affinché potesse beneficare di un effettivo sostegno secondo le proprie esigenze. Ora, dopo un confronto con il Cpel, il Comune individuato quale destinatario dei fondi raccolti è stato quello di Solarolo, sito in provincia di Ravenna, anche per via degli stretti legami con la Valle d'Aosta ed in virtù di un forte gemellaggio in essere con il Comune di Rhêmes-Notre-Dame che quest'anno festeggia il 25/o anno. Un Comune fra i più colpiti, specialmente se valutato in percentuale al patrimonio pubblico e privato danneggiato". I fondi saranno utilizzati per l'acquisto di mezzi o dotazioni che possano essere utilizzati nell'emergenza, ma anche nella quotidianità, unitamente al recupero di uno spazio pubblico fortemente danneggiato dall'alluvione che necessita di importanti opere di sistemazione

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RAVENNA: Torri Hamon, iniziata la demolizione, ma la protesta continua | VIDEO

ATTUALITÀ - A Ravenna, nonostante le proteste, ha preso il via la demolizione delle torri di Hamon, lungo la Darsena. Le due strutture sono da molti considerati un reperto storico e sono stati immortalati anche in un celebre film di Antonioni. Eccole lì le torri di Hamon, a fare da scenografia a Monica Vitti nel film “Il Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni, Leone D’Oro a Venezia nel 1964. 60 anni dopo è iniziata la demolizione dei due colossi di cemento, costruiti nel 1951 lungo la Darsena a Ravenna, nel periodo in cui la città trasformava la sua economia da agricola a industriale. Degli stabilimenti di quella che era una volta la raffineria Sarom ora non resta più nulla, tranne le due torri, divenute ormai parte del paesaggio. Martedì mattina però gli operai hanno cominciato a lavorare alla decostruzione della prima delle tue torri in cemento, che viene demolita pezzo per pezzo partendo dalla sommità con una grossa pinza elettromeccanica. Le operazioni procedono a rilento ed è lecito pensare che serviranno settimane per distruggere entrambe le torri. E’ il motivo per cui non si fermano le proteste di chi vorrebbe salvare le due costruzioni, considerate ormai parte del patrimonio storico della città. In testa c’è l’associazione Italia Nostra che, dopo aver manifestato lunedì davanti al Comune, ha presentato un esposto alla Soprintendenza e alla Procura. Qualcuno ha già nominato la demolizione “Deserto Rossi”, collegando il film di Antonioni al presidente dell’autorità portuale Daniele Rossi che pochi giorni fa ha affermato che le torri non sono le piramidi. “Neanche San Vitale è una piramide eppure dopo 1500 anni è ancora lì” hanno risposto gli attivisti di Italia Nostra, che si appellano al Comune perché intervenga. Palazzo Merlato dichiara però di avere poca voce in capitolo. Le torri sono di proprietà di Eni e non sono soggette ad alcun vincolo. La società ha spiegato di voler realizzare, al loro posto, un parco per gli impianti fotovoltaici. Il progetto, tuttavia, non è stato ancora presentato.

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