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SAVIO: Festa di Carnevale 2016

Indiani, cowboy, principesse e supereroi alla festa di Carnevale dedicata a tutti i bambini e alle famiglie, organizzata della Pro Loco di Savio nel pomeriggio di domenica 31 gennaio al Pala Savio: la tensostruttura allestita nell’ area verde della parrocchia.La festa in maschera chiude una stagione invernale molto ricca di iniziative che hanno animato la comunità e contribuito alla riprese delle attività economiche dopo l’alluvione che un anno fa ha colpito stabilimenti balneari, attività commerciali e abitazioni di Lido di Savio.Questa giornata di festa all’ insegna dell’aggregazione, del divertimento e della spensieratezza si annovera infatti tra le tante iniziative di solidarietà organizzate dalla Pro Loco di Savio insieme al Comitato cittadino di Lido di Savio e quello di Savio, di Avas e della Parrocchia di Savio, che si sviluppano  lungo tutto l’arco dell’anno e  che hanno come finalità la raccolta fondi a sostegno degli alluvionati di Lido di Savio, delle scuole materna ed elementare e delle associazioni sportive locali.


RAVENNA: XX° Convegno fiscale di Confagricoltura

La Sala rossa del Pala De André a Ravenna, venerdì scorso, ha ospitato il 20° Convegno fiscale di Confagricoltura: un incontro rivolto agli associati, durante il quale sono state illustrate le novità del 2016 per il settore dell’agricoltura.Il palco dei relatori ha ospitato i presidenti di Confagricoltura Ravenna, Paolo Pasquali, di Ferrara Pier Carlo Scaramagli e di Forlì-Cesena e Rimini Claudio Canali. Al tavolo delle discussioni i principali temi affrontati sono stati alcuni dei provvedimenti introdotti dalla legge di stabilità approvata solo pochi giorni fa: l’esenzione IMU, la rivalutazione dei terreni e le quote societarie.La platea del Convegno era molto affollata: la finanziaria 2015 ha rivisto completamente la fiscalità in ambito agricolo e questo convegno è la prima occasione in cui se ne parla nel dettaglio. L'affluenza, dunque, è molto alta, soprattutto in Romagna dove gli imprenditori agricoli sono molto numerosi e molto attivi.Il Presidente di Confagricoltura Fc-Rimini, Claudio Canali: ” E’ la prima finanziaria in controtendenza dopo quattro anni e ci ha in parte risanato di quello che negli anni scorsi aveva tolto alle nostre aziende. C’è qualche segno positivo, il problema grosso e che ancora l’ agricoltura viaggia a due velocità: da una parte c’è l’agroalimentare che esporta ed è in buona salute, dall’altra le nostre aziende medio piccole sono in enorme sofferenza. Questo significa che bisogna andare ad agire non tanto sulla tassazione, ma su altre leve di sistema”.


SAN PIETRO IN CAMPIANO: Centro San Pietro

Un luogo insieme all’Opera Santa Teresa del Bambino Gesù di Ravenna,  al quale è legato, dove si respira un’aria di amore e di accoglienza e dove le persone con gravi disabilità fisiche e deficit cognitivi e neurologici acquisiti vengono accolte con grande cura e amore: il Centro San Pietro in Campiano.Il centro residenziale socio-riabilitativo inaugurato nel 2005 è di proprietà dell’Opera Santa Teresa ed è gestito nelle sue funzioni socio assistenziali, sanitarie, psicologiche ed educative dalla Cooperativa Terzo Millennio.Il Presidente della Cooperativa Terzo Millennio, Filippo Botti: “Il Centro San Pietro è uno dei centri di eccellenza sul territorio di Ravenna insieme altre realtà più piccole. La nostra struttura ha attualmente disponibilità ricettiva di diciotto posti, che al termine dei lavori di ampliamento che stiamo facendo a un’ala dell’edificio, diventeranno ventiquattro.Spiega inoltre Botti:” E’ possibile accedere al centro attraverso la convenzione pubblica,  presentando domanda all’AUSL, oppure in regime privato. Il numero ristretto di ospiti nella nostra struttura ci consente di avere quella conoscenza delle persone che ci permette di poter rispondere sempre al meglio alle loro esigenze.”


LONGIANO: Innovare nella tradizione – Nuove reti e nuovi modelli per uno sviluppo sostenibile dell’ Appennino

Creare nuove reti e nuovi modelli, ma soprattutto mirare a uno sviluppo sostenibile che sappia coniugare innovazione e tradizione. Questo il tema centrale dell’ incontro promosso da Confcooperative di Forlì- Cesena, dal titolo: “Innovare nella tradizione – Nuove reti e nuovi modelli per uno sviluppo sostenibile dell’ Appennino” che si è tenuto martedì presso il castello Malatestiano di Longiano a cui sono intervenuti Mirco Coriaci, direttore di Confcooperative Forlì- Cesena; Liviana Zanetti, presidente Apt servizi; Bruno Biserni, presidente Gal – L’Altra Romagna; Riccardo Cappelli, responsabile di StartCoop; Luca Santini, presidente del Parco nazionale delle foreste Casentinesi; Gabriele Zelli, consigliere provinciale con delega al turismo e alla cultura e Gaspare Caliri responsabile del progetto “Co?Tour”( una mappatura territoriale che si svolge sulle nove province con delle declinazioni del tutto particolari luogo per luogo, alla ricerca di quelle realtà che stanno portando innovazione nel concetto di mutualità).Il Direttore di Confcooperative Forlì- Cesena, Mirco Coriaci: “ Credo che il nostro territorio collinare sia una somma di peculiarità e di eccellenze che uniscono la tradizione alla parte innovativa.” Aggiunge inoltre Coriaci: “Puntiamo moltissimo sul turismo sostenibile: mettere in rete aziende che a loro volta si mettono in rete con altri territori al fine di soddisfare i bisogni dell’utente finale. L’obiettivo è quello di tessere una rete che abbia tutte le caratteristiche per permanere: una struttura leggera e non vincolante che però permetta a tutti coloro i quali si ritrovino all’interno di questa filosofia di poter procedere a realizzare qualcosa di tangibile e duraturo. In questo momento c’è una grande attenzione da parte del settore pubblico verso questa dorsale, questo patrimonio tipico di alcune regioni d’Italia. E’ chiaro che questo sostegno è importante, ma ancora di più lo è l’animazione e il fatto di poter trarre motivi di soddisfazione anche imprenditoriali per coloro i quali su questi territori vivono e hanno intenzione di rimanere.”


DOVADOLA: 52° Anniversario della Morte di Benedetta Bianchi Porro

Domenica scorsa, nell'Abbazia di Sant'Andrea a Dovadola, dove è conservato il sarcofago che contiene la salma di Benedetta Bianchi Porro, si è tenuta la solenne celebrazione per ricordare il 52° anniversario della sua morte.La concelebrazione eucaristica è stata presieduta dal Vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, il Cardinale Angelo Comastri, con l’intervento di altri trenta sacerdoti provenienti da tutta Italia, tra cui S.E. Card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e S.E. Mons. Lino Pizzi, Vescovo di Forlì-Bertinoro. La commemorazione ha visto la partecipazione di gran parte dei sindaci del comprensorio forlivese oltre che di decine e decine di pellegrini accorsi a rendere omaggio a questa indimenticabile figura di accettazione della sofferenza e della malattia.Il percorso di vita della Venerabile Benedetta Bianchi Porro è infatti stato una “via crucis" di momenti di buio e di paura, documentati da diari, lettere e testimonianze raccolte da parenti e amici.Nata a Dovadola nell’agosto del 1936, le sue sofferenze iniziano nei primi mesi di vita: nel novembre dello stesso anno è colpita da poliomielite. A dieci anni prima le duole un piede, poi la testa, poi diventa zoppa, poi non riesce più a stare eretta e seguono una serie di dolorosi interventi. A sedici anni il suo calvario continua e perde l’udito: i medici all’inizio la scambiano per una malattia nervosa e nonostante ciò, Benedetta si s’iscrive alla facoltà di medicina e sarà lei stessa a diagnosticare la sua patologia di cui nessuno capiva nulla: è una forma tumorale diffusa che conduce alla perdita progressiva di tutti i cinque sensi. È in queste condizioni che scopre la sua vocazione e si lega fortemente al mistero di Dio . Il giorno della sua morte chiama sua madre e le dice: “Mamma, mettiti in ginocchio e ringrazia Dio per me per tutto quello che mi ha dato”.S.E. Mons. Lino Pizzi : ”Una testimonianza molto bella di come ha saputo accettare la sua malattia e il suo venir meno pian piano: spiritualmente è cresciuta in un modo straordinario. Ha dato una lezione valida ancora oggi di come vivere la sofferenza e la mattia e di come affrontare la morte.”S.E. Cardinal. Francesco Montenegro: “ La mia presenza è quasi un debito di riconoscenza verso questa figura straordinaria quale è Benedetta. Ero un giovane prete quando mi capitò in mano uno dei suoi libri e da allora in poi ho voluto approfondire questa conoscenza e ho diffuso la figura di Benedetta nel Messinese e ad Agrigento. La considero la “Santa della gioia”: una donna che nel suo dolore ha saputo parlare di gioia e ha saputo vivere la sua sofferenza sublimandola e vivendola alla luce della croce. Anche quando ne sentiva il peso della malattia aveva sempre il cuore rivolto al cielo. Nelle sue lettere traspare come il suo amore per la vita la riempiva completamente, tanto che poi lo comunicava agli altri. Nei momenti in cui la vita non è apprezzata, avere figure come questa ci aiutano davvero ad andare oltre.”