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RIMINI: Crack Valleverde, in 9 nei guai, 19mln di sequestri - VIDEO

CRONACA - I Militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Rimini avvalendosi anche della collaborazione di finanzieri dei Comandi Provinciali di Pesaro, Brescia e Mantova, hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini, di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di sei imprenditori con contestuale sequestro preventivo per un ammontare complessivo di circa 19 milioni di euro. Ne guai finisce quindi Armando Arcangeli, storico patron di Valleverde, che insieme ad altri cinque, va agli arresti domiciliari. La Finanza contesta la bancarotta fraudolenta e vari reati tributari. In totale risultano nove gli indagati. Il provvedimento rappresenta l’atto conclusivo delle indagini, delegate dalla locale Procura della Repubblica, scaturite dal fallimento di Valleverde, primaria industria calzaturiera di rilevanza internazionale. La complessa ed articolata attività di polizia giudiziaria, coordinata dal Dott. Luca Bertuzzi, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Rimini, e svolta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Rimini, ha permesso di individuare operazioni e fatti aziendali connotati dall’obiettivo comune di depauperare il patrimonio aziendale della fallita in pregiudizio dei creditori e dell’Erario, attraverso la commissione di delitti di bancarotta nonché omessi versamenti di imposte per importi milionari. Le condotte ascritte agli indagati riguardano sia la vecchia proprietà che la governance della newco bresciana appositamente costituita per garantire la continuità aziendale nella fase del concordato preventivo omologato dal Tribunale di Rimini. Sono stati eseguiti sequestri preventivi per “equivalente”, con riferimento a reati tributari, fino alla concorrenza di 12,2 mln di euro e sequestri preventivi, con riferimento ai reati fallimentari, di somme pari a 6,8 mln di euro, oltre a quote societarie di 5 società, di cui una immobiliare con sede a Rimini e quattro nella Repubblica di San Marino, nonché ai saldi attivi di conti correnti sia nazionali che esteri, avvalendosi anche di una rogatoria internazionale accolta dall’Autorità Giudiziaria della Repubblica di San Marino. L’attività di servizio in rassegna si inserisce nell’azione svolta dalla Guardia di Finanza per la tutela dell’economia, quale unico organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche, in grado di intervenire per il rispetto delle regole in campo economico e finanziario. La struttura aziendale, attualmente, è di proprietà di una società estranea ai fatti. Dalle indagini è emerso che c'è stata una prima fase in cui la vecchia proprietà avrebbe distratto risorse finanziarie e immobiliari dalla società attraverso finte consulenze confluite poi su società appositamente create o comunque già preesistenti nella Repubblica di San Marino. E una seconda fase in cui una nuova società, che era entrata con lo scopo di salvare l'azienda, in realtà si sarebbe poi appropriata delle risorse di questa, incassando in proprio crediti attraverso la vendita delle merci, e dei diritti di sfruttamento del marchio, che avrebbero dovuto essere appannaggio della procedura di fallimento che intanto era stata instaurata. Secondo le Fiamme Gialle, molto probabilmente, con una gestione più accorta ci sarebbe stato margine per una migliore conclusione della vicenda Valleverde. Infatti, nel momento in cui poi la società è stata amministrata dalla curatela fallimentare, si è dimostrato che questa era capace di produrre redditività. Inoltre, a seguito di una gara indetta dal Tribunale di Rimini, una società estranea ai fatti, ha potuto rilevare l'opificio e in questo momento è in fase di produzione con progressivo assestamento dell'industria.   Sempre su questa vicenda, è arrivata una nota da parte della società Silver1, attuale proprietaria del marchio Valleverde. “Vogliamo che sia estremamente chiaro che la nuova proprietà è totalmente estranea ai fatti” scrive Elvio Silvagni, presidente della società che aveva rilevato in un'asta a maggio 2015 l'intero gruppo. “Stiamo investendo moltissimo per la rinascita del marchio” - prosegue Silvagni, ricordando come rimanga l'obiettivo di rilanciare il polo calzaturiero romagnolo, creando nuovi posti di lavoro. Attualmente la nuova Valleverde può contare su un giro d'affari di circa due milioni, con la previsione di arrivare a dieci nel 2016. Nel filmato le intercettazioni telefoniche che proverebbero i reati contestati al vecchio management

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FAENZA: In manette il corriere moldavo delle bici sportive rubate - FOTO

CRONACA - Nel primo pomeriggio di domenica, durante il consueto pattugliamento della zona commerciale adiacente il centro commerciale “Le Maioliche” particolarmente affollato nei giorni festivi, un equipaggio del nucleo operativo e radiomobile della compagnia Carabinieri di Faenza ha notato un furgone con un carrello a rimorchio diretto verso il casello autostradale a/14. I due militari hanno deciso di raggiungerlo per controllarlo: il conducente di quel mezzo, che nel frattempo aveva già imboccato l’autostrada in direzione bologna, non si è fermato alle segnalazioni dell’equipaggio che ha dovuto quindi raggiungerlo e poi sorpassarlo per costringerlo ad arrestare la marcia. I carabinieri si sono trovati di fronte un 31enne moldavo che ha dichiarato di essere un “corriere” che si occupava del trasporto di persone e merci dall’Italia alla Modalvia e viceversa. Nell’occasione infatti, oltre alla merce trasportata sul carrello rimorchio vi erano uomini e donne in procinto di espatriare. Con l’ausilio di un secondo equipaggio della stazione Carabinieri di Granarolo Faentino, il furgone è stato “scortato” fino alla caserma a Faenza, dove ha avuto inizio la perquisizione dell’intero “carico”. Nascoste fra i cartoni contenenti generi alimentari, abbigliamento ed altri effetti personali da consegnare in moldavia, sono “spuntati” numerosi telai di biciclette da corsa e mountain bike di “seconda mano”, con le ruote smontate ed “impacchettate” a parte, tutte di marche prestigiose. Interpellato il “corriere” riguardo quelle biciclette e parti di biciclette rinvenute sul suo carrello-rimorchio, non ha fornito alcune valida spiegazione limitandosi a riferire che le aveva caricate su ordine di due “sconosciuti” per portarle in Moldavia. Stessa risposta per un marsupio contenente circa 1500 euro in contanti trovato vicino il posto guida. Verificato che su quelle biciclette usate vi era ancora l’adesivo di noti rivenditori della zona di Faenza e Lugo, i militari dell’arma hanno dato inizio ad una scrupolosa verifica di tutti i furti denunciati negli ultimi tempi presso le caserme del comprensorio faentino. L’operazione è andata avanti per ore finché, in tarda serata i Carabinieri sono riusciti a dimostrare che tre di quelle biciclette erano provento di una serie di furti in abitazioni commessi recentemente, l’ultimo il 21 novembre a Brisighella mentre gli altri due circa un mese addietro dai garage di un complesso di villette a schiera ubicate a Faenza lungo la via Granarolo, quando erano state ben sette le biciclette rubate, di cui una buona parte già erano stata ritrovate dai carabinieri di Granarolo Faentino qualche giorno dopo il furto. La prova definitiva della provenienza furtiva delle biciclette trovate sul furgone moldavo la si è avuta con il riconoscimento della refurtiva da parte dei proprietari. Raccolte le prove “schiaccianti” della provenienza furtiva di quelle biciclette e visto il concreto “pericolo di fuga”, per il 31enne moldavo è scattato il fermo con l’accusa di “ricettazione”, provvedimento avallato dal pubblico ministero Stefano Stargiotti della Procura della Repubblica di Ravenna che lunedi mattina ha disposto il carcere in attesa della convalida del gip. I militari dell’arma non hanno assolutamente creduto alla giustificazione fornita spontaneamente dal conducente che si è dichiarato inconsapevole della provenienza furtiva di quelle biciclette anzi l’ipotesi al vaglio dei Carabinieri di Faenza è che il “corriere” moldavo sia l’anello finale di un’organizzazione delinquenziale dedita ai furti nelle abitazioni ed al successivo “smercio” di refurtiva oltre confine, pertanto in tal senso è stato aperto un altro filone d’indagini. Ieri mattina il gip Janos Borlotti del tribunale di Ravenna ha convalidato il fermo del 31enne moldavo che pertanto è rimasto in carcere. Sono ancora in corso gli accertamenti dei Carabinieri sulle restanti biciclette ancora senza proprietario che pertanto sono state sequestrate e si trovano presso la sede della compagnia di Faenza a disposizione di chiunque voglia visionarle: fra le biciclette sequestrate queste una bicicletta da corsa “orbea aqua” ed una mountain-bike “specialized hard rock sport” che sul mercato raggiungono un valore di oltre mille euro ciascuna.

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RAVENNA: Un incontro sulla sicurezza alimentare- VIDEO

ATTUALITÀ - La sicurezza sulle nostre tavole è sempre più un'esigenza sentita. E proprio questo tema è al centro di due giornate di studio organizzate a Ravenna. vediamo.

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FORLÌ: Riconoscimento europeo per il Parco delle Foreste Casentinesi- VIDEO

ATTUALITÀ - Collaborazione tra enti, sviluppo socio-economico e soprattutto tutela della natura. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi eccelle sotto tutti i profili, tanto da meritarsi il riconoscimento più importante per le aree turistiche protette in ambito comunitario: la Carta Europea del turismo sostenibile. Lunedì starà a Luca Santini, presidente del Parco, ritirare al Parlamento Europeo di Bruxelles l’ambito sigillo. La nomina arriva dopo due anni di lavoro, in concerto tra il Parco, Apt Emilia-Romagna, Toscana Promozione e Federparchi. All’Europa l’area naturalistica tosco-romagnola ha dimostrato che Comuni, cooperative, operatori turistici, associazioni e musei riescono a collaborare ai massimi livelli, mettendo a punto strategie turistiche in grado di attrarre sempre più persone, nel rispetto dell’ambiente. Ciò che viene premiato dalla Carta Europea, inoltre, è la capacità di creare sinergie sul territorio, favorendo l’economia locale e lo sviluppo sociale. Nelle Foreste Casentinesi, ad esempio, è presente un percorso che permette ai non vedenti di godere del fascino della natura. Ma anche una rete efficiente di punti informativi e un ricco programma di iniziative culturali. “Al progetto hanno partecipato oltre cento soggetti – spiega Liviana Zanetti, presidente di Apt Servizi Emilia-Romagna- che si sono riuniti in sette tavoli di lavoro tra Romagna e Toscana. Si tratta di una grande opportunità di crescita”.

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ROMAGNA: Turismo 2016, Corsini e Petitti incontrano i sindaci della costa

POLITICA - L’Assessore regionale al turismo Andrea Corsini e l’assessore regionale al bilancio Emma Petitti hanno incontrato i sindaci dei comuni del Distretto Turistico della Costa Emiliano Romagnola. Diversi i temi al centro dell’incontro. Corsini ha illustrato le principali novità legate alla riforma della Legge 7 sul Turismo, mentre l’Assessore Petitti ha presentato ai sindaci costieri il Bilancio della Regione per l’anno 2016. Entrambi hanno poi richiamato l’attenzione sulla Legge 13 di riordino delle province, con particolare riferimento all’Area Vasta Romagnola, che prevede la riorganizzazione dei territori provinciali secondo un Progetto Sperimentale. Al centro dell’incontro anche il Fondo per la Riqualificazione Turistica della Costa (destinato, tra gli altri, agli interventi di trasformazione e rinnovo dei lungomari, nella direzione di una sempre maggiore ecosostenibilità ambientale), che ammonta complessivamente a 20 milioni di euro, a disposizione dei Comuni. «Per la prima volta –sottolineano i due Assessori- la Regione riconosce i 110 km della costa romagnola come un vero e proprio distretto turistico industriale, che contribuisce in maniera sostanziale al Prodotto Interno Lordo regionale, e che per mantenere la sua leadership nel mercato delle vacanze deve sapersi innovare. Abbiamo fortemente voluto il Fondo per la riqualificazione costiera e abbiamo lavorato duramente per ottenerlo. Si è trattato di un impegno dovuto, per mantenere la Riviera Romagnola fortemente competitiva sui mercati turistici internazionali. Ora ai Comuni il delicato compito di far fruttare questa opportunità nella maniera migliore».

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