FERRARA: Mafia nigeriana, 17 imputati condannati, pene per oltre 230 anni
CRONACA -
Il clan nigeriano Arobaga/Vikings di Ferrara era una organizzazione mafiosa. Quella che per anni ha comandato all'ombra del Grattacielo della stazione e nel quartiere Gad (di fatto l'area monopolizzata dal clan) era "mafia nigeriana" che imponeva tutto con violenza e sangue. E si arricchiva con traffici di droga per chili e chili a settimane dall'Olanda.
Lo ha sentenziato oggi il tribunale di Ferrara condannando 17 imputati a pene per 230 anni e 5 mesi totali di reclusione, raddoppiando quasi le richieste dell'accusa, riconoscendo l'associazione mafiosa per tutti, come aveva sostenuto il pm Roberto Ceroni della Dda di Bologna che assieme alla pm ferrarese Isabella Cavallari ha condotto le indagini della squadra mobile e sostenuto le accuse in due anni di processo.
Le condanne che vanno dal massimo di 22 anni di carcere per il capo degli Arobaga, Emmanuel Okenwua detto dj Boogye (chiesti 13 anni dal pm) a 20 anni di carcere per l'altro capo Albert Emmanuel, detto Raska, coordinatore nazionale del clan (per lui solo 15 anni dall'accusa) e così via pen di 17, 13 e la minima di 9 anni.
Il pm Ceroni ha convinto i giudici, dunque (presidente Lepore a latere Migliorelli e Martinelli) sostenendo che in due anni di indagini (dal 2018 al 2020), si era arrivati a riscontri, per affermare che i fatti contestati - a partire del tentato omicidio con il machete invia Morata - "trasudano mafiosità": era l'agguato al capo del clan rivale degli Eye, quel Stephen Oboh cui fracassarono la testa (tentarono, perché poi si salvò) e che oggi è sparito, irreperibile. Per la "mafiosità" contestata, alla fine della requisitoria Ceroni aveva chiesto una pena complessiva di 124 anni e 10 mesi di carcere.
Ora i difensori, sorpresi dalla "severità" delle pene, si limitano a dire che le "sentenze si rispettano, ma per fortuna c'è la corte d'appello", ovviamente anticipando il ricorso in secondo grado. Il tribunale ha anche riconosciuto come risarcimento parziale (da liquidarsi poi in civile) una provvisionale danni al Comune di Ferrara per 100 mila euro da dividersi tra i 17 imputati. Danni riconosciuti anche all'unica vittima delle violenze di dj Boogye, la donna nigeriana che venne ricattata e minacciata di morte alla quale andranno 5.000 euro.
"Il nostro impegno nella lotta alla mafia nigeriana (che il Pd si ostinava a negare) segna oggi un punto importante, che conferma le ragioni di anni di battaglie (condotte da prima dell'inizio del mandato)", commenta il sindaco Alan Fabbri. "Se qualche esponente del Pd ancora nutrisse dubbi, oggi la giustizia pone la parola definitiva sul fenomeno che la sinistra al governo di Ferrara troppo a lungo ha ignorato: era mafia nigeriana. Ciò che si sancisce oggi è una nuova e definitiva conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto".