RAVENNA: Componenti d'armi per Israele bloccati al porto
ATTUALITÀ - Oltre 13 tonnellate di pezzi metallici fermi al porto di Ravenna da giorni. Si tratta di componenti per materiale d'armamento diretto a Israele. La partita è stata bloccata dopo un sequestro preventivo d'urgenza disposto il 4 febbraio scorso perché la società che faceva da intermediaria all'esportazione del materiale sequestrato non aveva l'autorizzazione a farlo né era iscritta nel Registro nazionale delle imprese istituito presso il Ministero della Difesa. Lo riportano il Resto del Carlino di Ravenna e il Corriere di Romagna. Per il fatto, che trapela solo ora, risulta indagato l'amministratore unico della società in questione, un 57enne ingegnere di Lecco, tutelato dall'avvocato Luca Perego. Ieri mattina il collegio, formato dai giudici Cecilia Calandra, Piervittorio Farinella e Cristiano Coiro, ha esaminato la richiesta di Riesame presentata dall'avvocato Perego contro il decreto di convalida del sequestro preventivo della partita di pezzi metallici diretti a Israele e la decisione è attesa nei prossimi giorni. Il committente delle componenti è Imi System, società israeliana che opera nel settore della difesa attraverso la produzione di armi da fuoco, munizioni, equipaggiamenti e tecnologia militare. Per la difesa della società lecchese, questa avrebbe svolto un ruolo marginale, limitato alla certificazione dei pezzi che per la loro forma grezza non avrebbero consentito l'immediata identificazione o, comunque, l'identificazione del loro probabile utilizzo come componenti di armi. Da qui la mancanza delle autorizzazioni che ha fatto scattare il sequestro.