BOLOGNA: Sospensiva alla delibera sul suicidio assistito, presidio davanti al Tar | VIDEO
“Da quando la delibera è stata approvata, in Emilia-Romagna ci sono state cinque richieste di suicidio medicalmente assistito, con risposte ottenute entro i 42 giorni previsti. In caso di bocciatura, non ci saranno più tempi così certi”: lo fanno sapere i rappresentanti dell’Associazione Luca Coscioni, in presidio a Bologna, davanti al Tar, dove nei prossimi giorni è attesa una decisione sulla sospensiva al provvedimento, dopo un’istanza della consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini
Presidio indetto dal Laboratorio Salute Popolare di Bologna, insieme a Sinistra Italiana e Associazione Luca Coscioni, davanti alla sede del Tar dell’Emilia-Romagna, dove nei prossimi giorni verrà presa una decisione in merito alla sospensiva, accolta in seguito ad un’istanza della consigliera regionale forzista, Valentina Castaldini, della delibera approvata a febbraio 2024 in viale Aldo Moro che regola l’accesso al suicidio medicalmente assistito. Da quando è stata messa in atto, spiegano dall’associazione Coscioni, cinque le richieste d’accesso all’iter giunte in regione: in tre casi non c’è stato più tempo, visto che i richiedenti sono intanto deceduti. Uno invece è riuscito ad arrivare fino in fondo, mentre un’altra persona, che avrebbe dovuto assumere il farmaco letale previsto proprio nel giorno del sit-in, resta adesso in attesa di una decisione dei giudici. “Non siamo contro il Tar, ma bisogna ricordare perché siamo qui. E cioè perché il consiglio regionale, nel corso della scorsa legislatura, ha deciso di non discutere la legge popolare depositata con oltre tremila e seicento firme -spiega Matteo Mainardi, membro del Consiglio Generale dell'Associazione Luca Coscioni, che dal 2013 coordina la campagna Eutanasia Legale- affidando il tutto a una delibera di giunta. Chiediamo al cosngilio di ritrovare la forza per discutere quella proposta di legge”. Tra l’altro, facendo i conti sulla situazione attuale, “le risposte sono arrivate nell’arco di 42 giorni, come previsto dal provvedimento: finora la delibera era dunque stata rispettata” commenta ancora Mainardi. “Se il Tar boccia la delibera i cittadini avranno comunque il diritto di chiedere la verifica delle proprie condizioni di salute per accedere all’iter -continua – ma non ci saranno più tempi certi”. “Quello che ci preme fare è iniziare con oggi un percorso affinché questo tipo di discussioni non rimangano più in stallo” conclude Simone Caselli, infermiere e attivista del Laboratorio Salute Popolare di Bologna.