Politica

Thumbnail BOLOGNA: Priolo, “avanti col Passante, Mazzoni-bis per il Pd? Scelta divisiva”

BOLOGNA: Priolo, “avanti col Passante, Mazzoni-bis per il Pd? Scelta divisiva”

POLITICA - Passante di Bologna, manutenzione del territorio, trasporti, sicurezza stradale e città 30 e futuro della segreteria provinciale del Partito Democratico: questi i principali temi affrontati dall’assessora regionale Irene Priolo, ospite degli studi di Teleromagna nell’ultima puntata di Faccia a Faccia “Per noi il progetto non può essere abbandonato, quando il ministro Salvini avrà concluso la trattativa con Autostrade si sieda ad un tavolo insieme a noi”. Avanti tutta col Passante di Bologna, nonostante le recenti dichiarazioni del ministro Salvini e gli evidenti ritardi del cantiere, che a detta dello stesso vicepremier sarebbero da attribuire prevalentemente ad Autostrade per l’Italia. Del futuro di un’opera da sempre discussa e divisiva nel capoluogo emiliano-romagnolo, ma anche di sicurezza stradale, città trenta e futuro della segreteria provinciale del Partito Democratico, di cui è fra gli esponenti più importanti, si è parlato negli studi di Bologna durante l’ultima puntata di Faccia a Faccia, con l’assessora regionale a infrastrutture, ambiente e trasporti Irene Priolo. “Per avere una candidatura unitaria serve un nome che riesca a tenere insieme le diversità che ci sono dentro un partito” ha detto. Presidente di Regione facente funzioni fra le Europee e il voto che ha poi visto l’ex sindaco di Ravenna De Pascale succedere a Stefano Bonaccini alla guida dell’ente di viale Aldo Moro, Priolo ha gestito la delega alla protezione civile e al dissesto idrogeologico nel periodo certamente più complicato per il nostro territorio, causa alluvioni. Inevitabili alcune domande a riguardo. “Gli eventi estremi sono diventati molto più impattanti che nel passato -ha risposto- quindi servono opere e non solo manutenzione”.

Thumbnail BOLOGNA: Banche in fuga dall’Appennino, sindaci in presidio | VIDEO

BOLOGNA: Banche in fuga dall’Appennino, sindaci in presidio | VIDEO

Sindaci, ma anche associazioni di categoria, sindacati ed esponenti degli enti locali, in presidio a Bologna, davanti agli uffici di Intesa San Paolo, contro la decisione del gruppo di chiudere diverse filiali e sportelli in Appennino Sindaci, istituzioni locali, associazioni di categoria e sindacati in presidio insieme, davanti agli uffici di Intesa San Paolo di Piazza Minghetti, a Bologna, contro la decisione del gruppo di chiudere alcune agenzie e sportelli in Appennino. Il 21 giugno, scoprendolo solo pochi giorni fa, assicura la sindaca Barbara Panzacchi, sarà il turno della filiale di Monghidoro, mentre nei prossimi mesi accadrà lo stesso a Pian Del Voglio, frazione di San Benedetto. Il timore è che l’elenco delle chiusure continui a crescere; consegnata in istituto anche una raccolta firme. “L’Appennino è un valore è un valore dal punto di vista economico e sociale e di conseguenza bisogna garantire servizi a famiglie e imprese” spiega Giancarlo Tonelli, di Ascom-Confcommercio. “Lo stesso problema in passato si era posto con gli uffici postali e con un’azione molto concertata è stato trovato un accordo: lo stesso andrebbe fatto in questo caso” commenta invece Giovanni Battista Pasini, presidente regionale di Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. "Ci dicono che basta l’home banking, ma è una scelta grave, che impoverisce il territorio” spiegano dalla piazza, ricordando come al momento proprio Poste e Bcc restino fra le poche realtà ancora presenti, ma non bastano. “Siamo qui perché rappresentiamo i pensionati, i più fragili, che per quanto riguarda tutti i sistemi elettronici sono in grosse difficoltà – conclude Erio Frison di Spi Cgil Bologna- Credo sia veramente importante potere dimostrare la nostra contrarietà rispetto a una politica che guarda sempre più agli interessi dei capitali e non dei cittadini”.

Thumbnail BOLOGNA: 21 giovani adulti trasferiti alla Dozza, garanti dei detenuti preoccupati | VIDEO

BOLOGNA: 21 giovani adulti trasferiti alla Dozza, garanti dei detenuti preoccupati | VIDEO

Sale da 18 a 21 il numero di giovani adulti trasferiti da diversi Ipm del Paese al carcere della Dozza di Bologna, coi garanti per i diritti dei detenuti dell’Emilia-Romagna e delle diverse regioni nelle quali sorgeranno tre nuovi istituti per minori entro fine anno che tornano ad attaccare il Governo su questa decisione Mentre il numero di giovani detenuti provenienti da diversi Ipm del Paese alla Dozza di Bologna è salito in questi giorni da 18 a 21, i garanti per i diritti dei detenuti dell’Emilia-Romagna e delle regioni in cui dovrebbero sorgere tre nuovi istituti fanno il punto della situazione e si dicono ancora una volta preoccupati per la scelta dell’esecutivo, malgrado le continue rassicurazioni. Due i punti critici evidenziati: il numero elevato di giovani con misure provvisorie sradicati dai loro territori e il fatto che ne siano arrivati a Bologna praticamente un paio per ognuno dei vari Ipm coinvolti. “Così non si risolve il problema del sovraffollamento, aumentato del 150% anche a causa del decreto Caivano, che ha dato un’accelerata ad un trend già in precedenza in aumento”, spiegano, aggiungendo che mentre i lavori sono in dirittura d’arrivo a Rovigo e a L’Aquila potrebbero concludersi entro l’estate, a Lecce il cantiere non è neppure partito. Il portavoce della conferenza dei garanti parla di deportazione penitenziaria e invita il sottosegretario Ostellari a visitare più spesso le comunità carcerarie.


TUTTE LE NOTIZIE DI POLITICA