BOLOGNA: Banche in fuga dall’Appennino, sindaci in presidio | VIDEO
Sindaci, ma anche associazioni di categoria, sindacati ed esponenti degli enti locali, in presidio a Bologna, davanti agli uffici di Intesa San Paolo, contro la decisione del gruppo di chiudere diverse filiali e sportelli in Appennino
Sindaci, istituzioni locali, associazioni di categoria e sindacati in presidio insieme, davanti agli uffici di Intesa San Paolo di Piazza Minghetti, a Bologna, contro la decisione del gruppo di chiudere alcune agenzie e sportelli in Appennino. Il 21 giugno, scoprendolo solo pochi giorni fa, assicura la sindaca Barbara Panzacchi, sarà il turno della filiale di Monghidoro, mentre nei prossimi mesi accadrà lo stesso a Pian Del Voglio, frazione di San Benedetto. Il timore è che l’elenco delle chiusure continui a crescere; consegnata in istituto anche una raccolta firme. “L’Appennino è un valore è un valore dal punto di vista economico e sociale e di conseguenza bisogna garantire servizi a famiglie e imprese” spiega Giancarlo Tonelli, di Ascom-Confcommercio. “Lo stesso problema in passato si era posto con gli uffici postali e con un’azione molto concertata è stato trovato un accordo: lo stesso andrebbe fatto in questo caso” commenta invece Giovanni Battista Pasini, presidente regionale di Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. "Ci dicono che basta l’home banking, ma è una scelta grave, che impoverisce il territorio” spiegano dalla piazza, ricordando come al momento proprio Poste e Bcc restino fra le poche realtà ancora presenti, ma non bastano. “Siamo qui perché rappresentiamo i pensionati, i più fragili, che per quanto riguarda tutti i sistemi elettronici sono in grosse difficoltà – conclude Erio Frison di Spi Cgil Bologna- Credo sia veramente importante potere dimostrare la nostra contrarietà rispetto a una politica che guarda sempre più agli interessi dei capitali e non dei cittadini”.
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