EMILIA-ROMAGNA: Sovraffollamento, “è come se ci fosse un carcere in più”
In Regione, per la prima volta insieme, il garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna ha fatto il punto della situazione insieme al presidente dell’Assemblea legislativa e i suoi omologhi nei territori. Diversi gli aspetti che preoccupano, a partire dalla questione dei 50 ex minori non accompagnati che stanno per essere trasferite nel carcere della Dozza, a Bologna
Visti i dati, è come se in regione ci fosse un carcere più. Lo sintetizza il garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, allo stesso tavolo, per la prima volta, col presidente dell’Assemblea legislativa e i suoi omologhi del territorio, per fare il punto della situazione. “Il sistema non funziona” sottolinea subito Roberto Cavalieri. Quasi 4mila le persone ristrette, metà sono stranieri. A Bologna preoccupano sia il minorile, con 55 detenuti su 40 posti e definito “malato” da qualche anno, sia la Dozza. Qui il Governo sta per mandare 50 giovani adulti, in gran parte ex minori non accompagnati, da diversi Ipm del Nord Italia, Pratello compreso, per tre mesi, il tempo di recuperare 90 posti negli istituti di Rovigo, Lecce e L’Aquila, dove però, spiega Cavalieri, i lavori non sarebbero ancora partiti. I garanti parlano di decisione scellerata e rischiosa. “Mi auguro che non sia una scelta prodromico a vedere i ragazzi nel circuito detentivo degli adulti” commenta il garante di Bologna, Antonio Ianniello. In generale, i problemi sono i simili un po’ dappertutto. A Piacenza più dell’80% ha problemi di tossicodipendenza e c’è solo un assistente sociale; a Modena i detenuti sono oltre 570 a fronte di 372 posti; a Rimini 139 su 118 posti, con picchi estivi oltre i 170. Proprio a Rimini, conclude il garante Giorgio Galavotti, “resta l’annosa questione della sezione prima che deve essere assolutamente ristrutturata. Il progetto è stato approvato ed è finanziato, prima o poi i lavori si faranno”.
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