27 FEBBRAIO 2025

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27 FEBBRAIO 2025 - 10:02


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RAVENNA: Voti contestati, riconteggio conferma vittoria Buonguerrieri

La Giunta per le elezioni della Camera ha confermato l’elezione della deputata Alice Buonguerrieri (Fratelli d’Italia) nel collegio uninominale di Ravenna, respingendo il ricorso del Partito Democratico. Il riconteggio dei voti, avviato dopo le elezioni del 2022, non ha modificato l’esito dello scrutinio, che aveva visto Buonguerrieri prevalere su Oudad Bakkali (Pd) per 49 voti.

Il processo di verifica, iniziato nel 2023 su un campione di sezioni in quattro collegi uninominali, ha evidenziato una costante crescita del consenso per Fratelli d’Italia. «Fratelli d’Italia e tutto il centrodestra hanno vinto per la prima volta in quella che era considerata la Stalingrado romagnola. Il Pd, comprensibilmente provato dalla storica sconfitta, ha presentato ricorso e chiesto il riconteggio dei voti. La Giunta Elezioni presso la Camera dei Deputati ha iniziato il riconteggio e i voti per Fratelli d’Italia aumentavano di seduta in seduta. Il Pd ha quindi accettato di chiudere il riconteggio anzitempo», ha commentato la deputata sui social.

L’elezione di Buonguerrieri, che sarebbe comunque rimasta in Parlamento grazie al seggio plurinominale, è stata accolta con soddisfazione anche dal capogruppo in Giunta Elezioni Luca Sbardella e dal senatore Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale di FdI. «L’esito è chiaro: l’uninominale di Ravenna resta al centrodestra, aumenta il consenso di Fratelli d’Italia. Un ottimo risultato che conferma come non esistano più baluardi rossi inespugnabili», ha dichiarato Barcaiuolo.

Buonguerrieri ha infine ringraziato gli elettori per il sostegno: «Ringrazio ancora una volta la cittadinanza per la fiducia espressa in favore di Fratelli d’Italia che continua a crescere dopo 2 anni di Governo».




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BOLOGNA: Emergenza casa, le proposte al tavolo della Fondazione Yunus

Più collaborazione fra pubblico e privato, incentivi per chi affitta immobili inutilizzati o li vuole ristrutturare, maggiori opportunità di trasporto per chi sceglie di trasferirsi nelle zone montane e la richiesta a livello nazionale di una legge sugli affitti brevi: queste alcune delle proposte realizzate dalle diverse realtà messe attorno allo stesso tavolo dalla Fondazione Yunus Italia per affrontare l’ormai cronico problema della mancanza di case a Bologna Maggiore collaborazione fra pubblico e privato, con ristrutturazioni di patrimonio comune inutilizzato e incentivi per rimettere in circolo alloggi sfitti (la stima è di oltre 15mila in città), ma non solo. Sono diverse le proposte messe a terra dalle diverse realtà messe attorno allo stesso tavolo dalla Fondazione Yunus, dal EmilBanca alla Cisl, dalle Acli a Confocooperative, senza dimenticare Comune, agenzie del lavoro e centri di formazione professionale, per affrontare l’ormai noto problema della casa a Bologna. I canoni d’affitto, stando ai dati forniti nell’ambito del percorso condiviso NextWelfare, sono saliti di oltre il 14% nel 2024, doppiando la media nazionale, con gli affitti brevi che si stanno letteralmente mangiano il patrimonio residenziale in centro. Serve dunque intervenire con diverse misure adottate in sinergia fra gli stakeholders, che passino anche dalla rigenerazione energetica degli immobili, dall’agenzia per l’abitare del Comune, che entro primavera dovrebbe essere operativa, e da politiche che evitino l’espulsione dal centro della cosiddetta fascia grigia. “Non è solo una questione legata agli immobili, ma un elemento di coesione sociale” sottolinea il vicepresidente di Yunus Italia, Giuseppe Torluccio. Emily Clancy, vicesindaca di Bologna, aggiunge: “Sugli affitti brevi serve una legge nazionale”. Altro tema è quello delle seconde case, sia di cui sono proprietarie vedove che non affittano per non aumentare il reddito e perdere la pensione di reversibilità, spiegano dalle Acli, sia di chi ne ha una vuota in appennino, per cui servono maggiori investimenti sulla mobilità e su ristrutturazioni ancora poco convenienti. Chiara Pazzaglia, presidente Acli Bologna, conclude: “Con gli altri partner penseremo a un fondo dedicato per ristrutturare questi alloggi, abbiamo sondato le disponibilità dei proprietari a metterle sul mercato e questa sarebbe un’altra soluzione concreta”.