26 FEBBRAIO 2025

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26 FEBBRAIO 2025 - 13:24


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BOLOGNA: Tram, entra nel vivo anche il cantiere della linea verde | VIDEO

Abbiamo superato la metà dei cantieri, entro giugno 2026 entrambe le linee saranno completate”. Lo ha assicurato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, facendo il punto sui lavori della linea rossa e di quella verde del tram, con gli operai delle ditte appaltatrici pronti ad iniziare gli interventi, già da questi giorni, anche nel quartiere Navile

I lavori della linea verde del tram di Bologna entrano nel vivo, dopo la posa dei primi quattro chilometri di binari e le modifiche approvate in via definitiva lo scorso 17 febbraio, arrivando fino al quartiere Navile. Il sindaco Matteo Lepore, con una battuta, spiega: “Credo che la buona notizia sia che si comincia a vedere la luce in fondo al tram. Partiamo la prossima settimana con le prime cantierizzazioni -continua – e si entrerà nel vivo del cantiere nel giro di un mese. Sono ormai due anni che abbiamo iniziato i lavori a Bologna e manca un anno e mezzo al completamento. Abbiamo scollinato la loro metà e adesso mancano 450 giorni per ultimarli entro giugno 2026”. Mentre procedono nei tempi anche i cantieri della linea rossa, dal 28 febbraio si parte con coi lavori in zona via Shakespeare, Bentini, poi si arriverà in via dei Mille, piazza dell’Unità e, dal 4 marzo, fino a via Passarotti. “Ora si tratta di fare la posa dei binari -spiega ancora Lepore – con anche alcune modifiche all’opera per salvare forse fino a 150 alberi”. Parlando di “spedizione dei mille” in riferimento agli operai che senza sosta si alterneranno durante questa nuova fase dei lavori, Lepore continua: “Penso che nessuno sia mai riuscito a realizzare due linee di tram in così poco tempo”. Più 373 il saldo finale di parcheggi a fine lavori, inevitabili i disagi. Il sindaco ricorda quindi i bandi, i contributi, le concessioni straordinarie per i dehors e le agevolazioni fiscali concesse già in altre zone coinvolte dai cantieri, e conclude: “I cittadini avranno il nostro massimo supporto”.




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BOLOGNA: Emergenza casa, le proposte al tavolo della Fondazione Yunus

Più collaborazione fra pubblico e privato, incentivi per chi affitta immobili inutilizzati o li vuole ristrutturare, maggiori opportunità di trasporto per chi sceglie di trasferirsi nelle zone montane e la richiesta a livello nazionale di una legge sugli affitti brevi: queste alcune delle proposte realizzate dalle diverse realtà messe attorno allo stesso tavolo dalla Fondazione Yunus Italia per affrontare l’ormai cronico problema della mancanza di case a Bologna Maggiore collaborazione fra pubblico e privato, con ristrutturazioni di patrimonio comune inutilizzato e incentivi per rimettere in circolo alloggi sfitti (la stima è di oltre 15mila in città), ma non solo. Sono diverse le proposte messe a terra dalle diverse realtà messe attorno allo stesso tavolo dalla Fondazione Yunus, dal EmilBanca alla Cisl, dalle Acli a Confocooperative, senza dimenticare Comune, agenzie del lavoro e centri di formazione professionale, per affrontare l’ormai noto problema della casa a Bologna. I canoni d’affitto, stando ai dati forniti nell’ambito del percorso condiviso NextWelfare, sono saliti di oltre il 14% nel 2024, doppiando la media nazionale, con gli affitti brevi che si stanno letteralmente mangiano il patrimonio residenziale in centro. Serve dunque intervenire con diverse misure adottate in sinergia fra gli stakeholders, che passino anche dalla rigenerazione energetica degli immobili, dall’agenzia per l’abitare del Comune, che entro primavera dovrebbe essere operativa, e da politiche che evitino l’espulsione dal centro della cosiddetta fascia grigia. “Non è solo una questione legata agli immobili, ma un elemento di coesione sociale” sottolinea il vicepresidente di Yunus Italia, Giuseppe Torluccio. Emily Clancy, vicesindaca di Bologna, aggiunge: “Sugli affitti brevi serve una legge nazionale”. Altro tema è quello delle seconde case, sia di cui sono proprietarie vedove che non affittano per non aumentare il reddito e perdere la pensione di reversibilità, spiegano dalle Acli, sia di chi ne ha una vuota in appennino, per cui servono maggiori investimenti sulla mobilità e su ristrutturazioni ancora poco convenienti. Chiara Pazzaglia, presidente Acli Bologna, conclude: “Con gli altri partner penseremo a un fondo dedicato per ristrutturare questi alloggi, abbiamo sondato le disponibilità dei proprietari a metterle sul mercato e questa sarebbe un’altra soluzione concreta”.