16 GENNAIO 2025

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16 GENNAIO 2025 - 13:28


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BOLOGNA: Un anno di “Città 30”, zero pedoni morti e incidenti in calo | VIDEO

Bilancio positivo per il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ad un anno dall’introduzione del limite dei trenta chilometri orari in gran parte della città. Zero pedoni deceduti, incidenti in calo del 13% e aumento dell’utilizzo del trasporto pubblico, alcuni dei dati forniti. Appena 89 le multe per il superamento dei 30 km/h, mentre sullo sfondo resta ancora viva l’ipotesi referendum

La città trenta rallenta la velocità degli automobilisti e fa chiudere il 2024 di Bologna, per la prima volta dal ‘91, dato più vecchio disponibile, con zero pedoni deceduti. È il numero più importante snocciolato dal sindaco Matteo Lepore, nel tracciare il bilancio del primo anno dall’introduzione dei nuovi limiti. “In alcune zone i cantieri hanno sicuramente influito ma le strade nelle quali abbiamo avuto meno incidente e meno traffico sono le radiali, dove non c’è il tram” sottolinea lo stesso Lepore. In calo del 13%, complessivamente, gli incidenti, con quelli mortali quasi dimezzati: -48,7%, contro il più otto della media nazionale. Dieci ancora i morti. Il flusso di auto private scende invece del 7%, pari a -15mila veicoli al giorno; aumenta del 69% l’uso del bike sharing, i viaggi sul Servizio Ferroviario Metropolitano salgono di oltre il 30% e i livello di biossido d’azoto cala del 29%, registrando il valore assoluto più basso degli ultimi dieci anni. Quanto alle sanzioni, oltre 2mila il totale, con 89 per superamento dei trenta (appena più due in sei mesi) e 217 per i cinquanta. 363 le multe per guida senza cintura. “La città ha compreso che guidare più piano sia importante” prosegue dunque il sindaco di Bologna, ricordando gli investimenti da 27 milioni di euro messi in campo, parlando di “progetto globale”. Mentre sullo sfondo resta la vicenda raccolta firme e referendum, Lepore risponde con due zeri a polemiche, anche nazionali, nell’ultimo anno e a quelle che lo stesso definisce fake news dei contrari alla città trenta. “Zero pedoni morti e zero posti di lavoro persi a causa della città trenta -conclude-. Voglio solo dire questo”.

 




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RAVENNA: Nessun declassamento per la dogana del porto, intervista al direttore Adm

“Nessun declassamento, anzi, è previsto un potenziamento dell’ufficio con nuove unità nel personale: l’unica modifica riguarda la rimodulazione alla retribuzione al dirigente”. Così il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, replica e prova spegnere definitivamente, ai nostri microfoni, le polemiche attorno al futuro dell’ufficio dogane al porto di Ravenna “È strumentale parlare di declassamento, tra l’altro è un sostantivo che usano anche per altri uffici dirigenziali, ma qui c’è soltanto una rimodulazione di una voce specifica della retribuzione a capo dell’ufficio di Ravenna”. Nessun declassamento. Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, in visita a Bologna, ribadisce l'infondatezza delle notizie circolate nei giorni scorsi, riguardo la presunta decisione di declassare da prima a terza fascia l’ufficio delle dogane del porto di Ravenna nell’ambito della sua riforma, attuativa di un decreto del 2012, avviata quasi un anno fa. Una polemica nata dopo un’interpellanza a Montecitorio della deputata dem Ouidad Bakkali, con una vera e propria levata di scudi anche da parte di sindacati e politica locale. È in corso una riorganizzazione territoriale per garantire maggiore efficienza operativa, aveva subito fatto sapere l’Adm con una nota, aggiungendo che, al contrario, è previsto un rafforzamento dell’agenzia al porto ravennate, col personale che da 63 passera a 72 unità e posizioni di elevata responsabilità che saranno raddoppiate. Stop, dunque, alle polemiche. “Questo accade, è fisiologico, la riforma in realtà sta entrando nella sua parte finale -continua Alesse – quindi è giusto chiedere interlocuzione all’agenzia e stiamo dando in realtà spiegazioni, non abbiamo problemi a farlo. Si tratta di una riforma equilibrata che poggia poi sul numero e sul volume di affari dirigenziali che ciascun ufficio andrà a governare”. L’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, si legge ancora nella nota, derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137. Ravenna, rimarca pertanto Alesse, infine, resta un porto strategico. “Lo ribadisco -conclude – non cambia nulla. Poi sono realtà in completo divenire, quindi se la riforma dovrà essere revisionata alla luce di un aumento della voce del volume degli affari che ciascun ufficio gestisce, andremo a rivedere la riforma. Nulla è eterno”.