12 GIUGNO 2024

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12 GIUGNO 2024 - 09:52


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EMILIA-ROMAGNA: Dopo Bonaccini, al voto entro 5 mesi | VIDEO

Con l’elezione di Bonaccini al parlamento europeo si apre la corsa alla nuova presidenza della regione Emilia-Romagna. Le prossime elezioni potrebbero arrivare tra pochi mesi.

Tre mesi per indire una nuova chiamata alle urne, due mesi per fissare la data. Potrebbero svolgersi già tra 5 mesi le elezioni in Emilia-Romagna del nuovo Presidente della Regione, viste le dimissioni, ormai imminenti di Stefano Bonaccini, eletto al Parlamento Europeo. Lo ha deciso l’Assemblea Legislativa, che ha votato un emendamento alla legge elettorale del 2014 nel quale vengono fissati i tempi per chiamare gli elettori al voto dopo l’addio del governatore.

Secondo il vecchio provvedimento si sarebbe dovuti andare al voto tra aprile e giugno del prossimo anno. Un periodo quindi di quasi un anno, che la maggioranza ha giudicato troppo lungo, correndo quindi ai ripari. Una mossa che l’opposizione non ha però colto con favore. “Siamo per votare il prima possibile, ma votiamo contro l’emendamento visto che non c’è stato dato il tempo di approfondire”, sottolinea Marta Evangelisti (Fdi). Duro anche Simone Pelloni (Rete civica) che avverte “il Presidente Bonaccini ha deciso quando finiva la legislatura, la maggioranza decide quando si vota: peccato che la legge elettorale dovrebbe essere tema dell’Assemblea, dunque tema unitario”. “Si tratta solo di una modifica tecnica di una legge elettorale che abbiamo votato all’unanimità tutti insieme, noi lavoriamo in maniera seria”, replica Marcella Zappaterra (Pd) il cui intervento si basa sul principio costituzionale per il quale bisogna svolgere le elezioni nel minor tempo possibile.

Insomma, a conti fatti il voto per il nuovo presidente potrebbe arrivare già a novembre, o comunque entro fine anno. Già nelle prossime settimane entrerà quindi nel vivo la corsa alle candidature per il dopo Bonaccini. Diversi i nomi che girano per il centrosinistra mentre la compagine del centrodestra è stata fino ad ora più abbottonata nelle proposte. Certo è che, visti i tempi, bisognerà fare in fretta.




ALTRE NOTIZIE DI POLITICA

RAVENNA: Nessun declassamento per la dogana del porto, intervista al direttore Adm

“Nessun declassamento, anzi, è previsto un potenziamento dell’ufficio con nuove unità nel personale: l’unica modifica riguarda la rimodulazione alla retribuzione al dirigente”. Così il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, replica e prova spegnere definitivamente, ai nostri microfoni, le polemiche attorno al futuro dell’ufficio dogane al porto di Ravenna “È strumentale parlare di declassamento, tra l’altro è un sostantivo che usano anche per altri uffici dirigenziali, ma qui c’è soltanto una rimodulazione di una voce specifica della retribuzione a capo dell’ufficio di Ravenna”. Nessun declassamento. Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, in visita a Bologna, ribadisce l'infondatezza delle notizie circolate nei giorni scorsi, riguardo la presunta decisione di declassare da prima a terza fascia l’ufficio delle dogane del porto di Ravenna nell’ambito della sua riforma, attuativa di un decreto del 2012, avviata quasi un anno fa. Una polemica nata dopo un’interpellanza a Montecitorio della deputata dem Ouidad Bakkali, con una vera e propria levata di scudi anche da parte di sindacati e politica locale. È in corso una riorganizzazione territoriale per garantire maggiore efficienza operativa, aveva subito fatto sapere l’Adm con una nota, aggiungendo che, al contrario, è previsto un rafforzamento dell’agenzia al porto ravennate, col personale che da 63 passera a 72 unità e posizioni di elevata responsabilità che saranno raddoppiate. Stop, dunque, alle polemiche. “Questo accade, è fisiologico, la riforma in realtà sta entrando nella sua parte finale -continua Alesse – quindi è giusto chiedere interlocuzione all’agenzia e stiamo dando in realtà spiegazioni, non abbiamo problemi a farlo. Si tratta di una riforma equilibrata che poggia poi sul numero e sul volume di affari dirigenziali che ciascun ufficio andrà a governare”. L’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, si legge ancora nella nota, derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137. Ravenna, rimarca pertanto Alesse, infine, resta un porto strategico. “Lo ribadisco -conclude – non cambia nulla. Poi sono realtà in completo divenire, quindi se la riforma dovrà essere revisionata alla luce di un aumento della voce del volume degli affari che ciascun ufficio gestisce, andremo a rivedere la riforma. Nulla è eterno”.