27 NOVEMBRE 2024

11:04

NOTIZIA DI POLITICA

DI

505 visualizzazioni


27 NOVEMBRE 2024 - 11:04


NOTIZIA DI POLITICA

DI

505 visualizzazioni



BOLOGNA: De Pascale venerdì in piazza, Sbarra (Cisl) “non è manovra da sciopero generale”

Sarà in piazza a Bologna per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil, il prossimo venerdì 29 novembre, anche Michele De Pascale, neopresidente dell'Emilia-Romagna, a lavoro in questi giorni per la formazione della nuova giunta. A confermarlo è stato lo stesso ex sindaco di Ravenna, a margine del consiglio generale della Cisl Emilia-Romagna, col segretario nazionale Luigi Sbarra che al contrario ha motivato la scelta di non aderire alla mobilitazione spiegando: “Non è una manovra da sciopero generale”

“Il lavoro per la giunta è positivo e va avanti. Ci tengo a precisare che entrerà in funzione solo quando si insedia il consiglio regionale, quindi in ogni caso avremo la sua operatività da metà dicembre”. Michele De Pascale, neogovernatore regionale eletto la scorsa settimana, ma ancora in attesa di proclamazione ufficiale, che potrebbe arrivare già nelle prossime ore, risponde così a chi gli chiede novità riguardo la formazione della nuova giunta e lo fa a margine del consiglio generale della Cisl Emilia-Romagna, a Bologna, occasione utile per discutere col segretario Luigi Sbarra di numerosi temi legati al lavoro, compresi sanità e politiche industriali, ma anche per confermare l'impegno del nuovo corso in viale Aldo Moro che ha fra le priorità, dice De Pascale, uno scatto su procedure di indennizzo e realizzazione di opere strutturale post alluvione. Da Palazzo Chigi ancora nessun contatto, spiega però il sindaco uscente di Ravenna, assicurando la convocazione del patto per il lavoro e per il clima prima dell'insediamento della nuova assemblea e la sua presenza in piazza a Bologna, con Cgil e Uil, per lo sciopero generale di venerdì 29 contro la finanziaria del Governo Meloni. “Non è una manovra da sciopero generale” il commento, opposto, di Luigi Sbarra. “Rispettiamo le scelte delle altre sigle sindacali, ma le riteniamo sbagliate nel metodo e nel merito -spiega-. Nel metodo perchè non si può anticipare la mobilitazione quando ancora la manovra era tutta da scrivere, nel merito perchè i due terzi della legge di stabilità sono concentrati per sostenere i redditi da lavoro dipendenti, pensionati, contrattazione pubblica, natalità. Ci sono comunque cose evidentemente da cambiare e migliorare”.

 




ALTRE NOTIZIE DI POLITICA

RAVENNA: Elezioni, in arrivo il sesto candidato sindaco | VIDEO

Potrebbe allargarsi ancora la lista delle candidature alla corsa a sindaco di Ravenna. Nelle prossime ore anche la Dc annuncerà il suo candidato, portando quindi a 6 il numero degli aspiranti primi cittadini. Facciamo il punto. Alessandro Barattoni, Nicola Grandi, Alvaro Ancisi, Marina Iannucci e Veronica Verlicchi: sono questi i cinque candidati alla corsa per la carica di sindaco di Ravenna che il 24 e 25 maggio si sfideranno alle urne per determinare chi sarà l’erede di Michele de Pascale. Tuttavia, il numero sembra destinato a salire. Nei prossimi giorni, infatti, anche la Democrazia Cristiana presenterà un proprio candidato, che con tutta probabilità sarà il segretario comunale Giovanni Morgese. "Il partito ha scelto di mantenere la propria autonomia – scrivono dalla DC – per presentare una proposta politica chiara e indipendente." Il gruppo dei candidati alla corsa per Palazzo Merlato si allarga dunque a sei. Da un lato, gran parte delle forze del centrosinistra si sono unite a sostegno di Alessandro Barattoni, candidato del PD, il cui nome era già stato annunciato in estate. Dall’altro, il centrodestra appare diviso: la Lega ha deciso di appoggiare Alvaro Ancisi, insieme alla Lista per Ravenna e al Popolo della Famiglia, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno puntato su Nicola Grandi. Due i cosiddetti outsider: Veronica Verlicchi, capogruppo della Lista Civica La Pigna, e Marisa Iannucci di Potere al Popolo, a cui potrebbero affiancarsi altri gruppi della sinistra radicale, come il PCI e Rifondazione Comunista. Tutto ciò mentre mancano due mesi alle elezioni. L’eventuale ballottaggio è stato fissato per l’8 e 9 giugno.