20 NOVEMBRE 2024

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20 NOVEMBRE 2024 - 12:17


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CESENA: Francesca Lucchi approda in Regione dopo 10 anni in Comune | VIDEO

Tra i nuovi consiglieri regionali ci sarà anche l’assessora cesenate Francesca Lucchi, che lascia il comune romagnolo dopo 10 anni in giunta. L’abbiamo intervistata.

7.352 preferenze. Questi i voti raccolti dalla cesenate Francesca Lucchi che le sono valsi un posto nel nuovo consiglio regionale guidato da Michele de Pascale. Una elezione non scontata, quella dell’attuale assessora allo sviluppo economico del comune romagnolo che ha beneficiato dei tanti voti presi dal Pd nel territorio. L’approdo in consiglio regionale coincide anche con l’addio all’assessorato a Cesena. Subito dopo la notifica dell’elezione Lucchi rassegnerà le dimissioni. Il suo posto, con grande probabilità, verrà preso dall’attuale capogruppo Pd Lorenzo Plumari.

"Un'esperienza meravigliosa - spiega Lucchi - un'esperienza formativa, un'esperienza in cui ho imparato e in cui ho dato idee e dato contenuti alla mia città per provare a renderla tutti i giorni un po migliore. Quello che deve fare un amministratore: lasciare un segno per migliorare la propria città e cercare di dare il proprio contributo"

In cima all'agenda in Regione, la cura del territorio: "Che è la primissima sfida su cui il nostro presidente ha già dichiarato di essere disposto giustamente ad assumere l'impegno di commissario. Abbiamo un lavoro importante da fare che ci accompagnerà per i prossimi anni. L'altra grande sfida è quella della sanità. Legate a queste ci sono tante sfide che sono quelle per migliorare il nostro territorio dal lavoro alla casa, alla scuola, ai servizi per i disabili, ai servizi per gli anziani. Insomma abbiamo tanti impegni su cui vogliamo lavorare e su cui vogliamo essere presenti anche accanto ai sindaci del nostro territorio"




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EMILIA-ROMAGNA: De Pascale sul limite ai mandati, “È un principio sano”

Quello del limite ai mandati per sindaci e presidenti di Regione "per me non è un principio sbagliato, poi è chiaro che magari oggi sono poco credibile nel dirlo perché sono all'inizio del primo. Però dicevo le stesse cose quando ero sindaco". Lo ha detto il presidente dell'Emilia-Romagna Michele de Pascale, a margine dell'inaugurazione di Marca in Fiera a Bologna. "Anche i paragoni che vengono fatti con altri ruoli sono un po' impropri. Il discrimine che ha voluto dare il nostro ordinamento è che per i ruoli a elezione diretta, quindi capi di esecutivi a elezione diretta, c'è il principio dei due mandati", sottolinea de Pascale, secondo cui "in generale il principio dell'alternanza delle persone nei ruoli di vertice apicali delle istituzioni è un principio repubblicano sano, importante, che non può essere sottovalutato". Il governatore sottolinea il grande potere dei capi di esecutivi a elezione diretta: "Io se mi dimetto mando a casa tutto il consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, capite che è un potere grande che viene dato al sindaco, al presidente della Regione ed è un potere che è contemperato dal fatto che ci sia il limite dei mandati". Poi, allarga le braccia de Pascale con una battuta, "c'è un principio generale che uno forse si dovrebbe astenere da commentare le regole quando lo riguardano direttamente, perché in alcuni casi alcuni presidenti sono diventati presidenti perché chi c'era prima di loro non lo ha fatto. Io se Bonaccini avesse avuto i tre mandati non sarei mai diventato presidente probabilmente, perché si sarebbe candidato Bonaccini. Poi magari fra due mandati divento anche io favorevole al terzo mandato". "Per le Regioni”, prosegue De Pascale “è una cosa che sanno in pochi, l'elezione diretta non è l'unico strumento: volendo il consiglio regionale potrebbe cambiare lo statuto, togliere l'elezione diretta del presidente e a quel punto non c'è più il limite di mandati. Quindi volendo la Campania e il Veneto potrebbero cambiare il loro statuto, non fare l'elezione diretta e a quel punto non ci sarebbe più limite di mandati. L'elezione diretta invece è legata al mandato".