BOLOGNA: Verso l’espulsione dalla Lega del nipote di Marco Biagi
Si chiudono le porte della Lega di Bologna per il consigliere e portavoce del Carroccio felsineo a Palazzo d'Accursio, per Giulio Venturi nipote del giuslavorista ucciso dalle Br, Marco Biagi. La sua uscita di scena, come riporta la stampa locale, sarebbe stata decisa dal direttivo provinciale leghista a seguito di una diatriba sorta all'interno del partito dopo che Venturi lo scorso 30 ottobre, alla vigilia di Halloween, aveva preso la parola in consiglio comunale invitando a usare "pesanti manganellate e bastonate tra capo e collo" nella gestione degli eccessi della cosiddetta della malamovida e dei comportamenti degli ambientalisti di 'Ultima Generazione' che, durante una manifestazione - poi ripetuta nei giorni scorsi - avevano bloccato la tangenziale. Parole sgradite dai vertici del Carroccio bolognese che avevano subito preso le distanze. Lo stesso segretario cittadino Cristiano Di Martino si era smarcato dalla presa di posizione di Venturi sottolineando come "le dichiarazioni sull'uso del manganello non appartengano alla cultura del nostro partito". Dal canto suo Venturi, che aveva anche annunciato che ci sarebbe stata una riunione del direttivo della Lega "per analizzare le mie dichiarazioini" non aveva mancato di replicare, anche sul suo profilo Facebook. Quattro giorni fa, il consigliere comunale scriveva sul social media che "il direttivo ed i dirigenti bolognesi e provinciali attuali del partito sono la causa della scomparsa della Lega dai radar in città quindi anche la presa di distanza dalle mie parole su come agire contro la malamovida ne sono la logica conseguenza". Due giorni fa, invece: "seconda occupazione degli attivisti di 'Ultima Generazione' in 3 giorni e poi c'è chi ancora sostiene che esagero quando dico che occorre usare il manganello&hellip giusto parlare con questi bravi ragazzi!". Ora, a quanto pare, l'epilogo con la possibile espulsione dal partito. Provvedimento che Venturi può impugnare e contro cui può fare fare ricorso. Se dovesse uscire dal consiglio comunale, in assise, per la Lega, resterebbe solo Matteo Di Benedetto.
ALTRE NOTIZIE DI POLITICA