4 NOVEMBRE 2015

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4 NOVEMBRE 2015 - 10:56


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EMILIA ROMAGNA: Ferrovie dimenticate, il M5S preme per il ripristino

La tratta ferroviaria lunga circa 26 kilometri che fino al 1964 collegava Budrio (Bo) a Massa Lombarda (Ra) se riattivata "potrebbe consentire un utile collegamento diretto e alternativo tra Bologna e Ravenna, con un alto interesse anche per il trasporto merci vista la spiccata vocazione agroalimentare del territorio attraversato e dell'interscambio con il porto di Ravenna". È quanto segnalano i consiglieri M5s - Andrea Bertani, Silvia Piccinini, Raffaella Sensoli e Gian Luca Sassi - in una interrogazione alla Giunta per sapere se intenda definire una o più proposte, da sottoporre al confronto con il Governo e con l’Unione europea, per il ripristino del percorso Bologna-Budrio-Massa Lombarda-Ravenna "anche in funzione delle relazioni con lo scalo marittimo e come canale di collegamento diretto e alternativo all’asse adriatico fra il ravennate, il quadrante nord-est della Città metropolitana bolognese e Bologna." Bertani e colleghi riferiscono che l’ipotesi di riattivazione del vecchio tracciato della linea Budrio-Massa Lombarda, "che per tratti estesi si presenta ancora con i binari o, comunque, risulta sgombro da insediamenti", è stata oggetto negli anni più recenti di due studi, uno commissionato nel 2003 da istituzioni pubbliche (Province di Ravenna e di Bologna, Regione Emilia-Romagna), l'altro svolto da Legambiente nel 2009. In entrambi i casi gli studi avevano confermato "l’elevatissimo interesse rivestito dal ripristino del tracciato (breve) fra Budrio e Massa Lombarda, in ragione dell’opportunità di intercettare non solo il traffico passeggeri determinato dalla nuova domanda, ma anche una quota pari almeno alla metà degli spostamenti ferroviari oggi effettuati quotidianamente fra Ravenna (ivi comprese le località intermedie della provincia) e Bologna, costretti ora ad utilizzare, da Castelbolognese o da Faenza, l’asse adriatico parallelo alla via Emilia". Di qui l'interrogazione, per sapere: l'ammontare del contributo pubblico allo studio realizzato nel 2003; se altri studi relativi alla Budrio-Massa Lombarda siano stati sostenuti con contributi regionali diretti o indiretti; se siano state effettuate verifiche circa l’attendibilità dei costi individuati negli studi per il ripristino e l’esercizio della linea ferroviaria nonché sulle eventuali forme di finanziamento. E ancora: le ragioni per cui le ipotesi di ripristino indicate dagli studi fatti non abbiano trovato esito positivo né, a quanto risulta, siano citate nella proposta di PRIT; se sussistano indicazioni formali della Giunta (e attraverso quali atti siano stati assunti) in ordine alla scelta di non avviare il processo di ripristino della Bologna-Budrio-Massa Lombarda-Ravenna.




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