FORLÌ: “Costretti a dormire in fabbrica”, la protesta va avanti | VIDEO
Prosegue la protesta a Forlì dei 17 operai pakistani in presidio permanente davanti alla fabbrica in cui lavorano. Era stato promesso loro un alloggio e invece si sono trovati a dormire dentro un capannone
8 x 5, 8 ore per 5 giorni alla settimana. Questo è lo slogan che gli operai della Sofalegname di Forlì hanno affisso davanti ai cancelli dell’azienda per protestare contro le loro condizioni di lavoro. Da sabato scorso, i lavoratori hanno organizzato un presidio permanente. Si tratta di 17 persone, tutte di origine pakistana, arrivate mesi fa da Prato per lavorare nella produzione di divani. A loro era stato promesso un contratto regolare e un alloggio adeguato.
La realtà, però, è stata ben diversa. I sindacati denunciano una situazione drammatica: "Erano costretti a dormire all’interno del capannone, in condizioni di sicurezza pessime, senza riscaldamento e al freddo. Una situazione degradante per la vita umana", ha dichiarato Sarah Caudiero di Sudd Cobas. Inoltre, i lavoratori svolgevano turni di 12 ore con buste paga che indicavano solo otto ore.
Questo sistema, pensato per ridurre i costi del lavoro, calpesta la dignità dei lavoratori. Nel frattempo, gli operai hanno occupato gli uffici della ditta, cercando un riparo dal freddo. La CGIL chiede maggiore attenzione nelle autorizzazioni e controlli più stringenti. A tal proposito, si è tenuto un incontro in Prefettura. "Abbiamo stabilito un percorso che prevede una maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine", ha spiegato Antonella Arfelli di Fillea Forlì. "È necessario aumentare i controlli e vigilare su queste situazioni per evitare che si ripetano."
La protesta ha coinvolto anche “Gruppo 8”, l’azienda che subappalta i lavori alla Sofalegname. “Siamo completamente estranei alla vicenda”, ha dichiarato Massimiliano Pompignoli, legale dell’azienda. “Siamo in contatto con la Questura di Forlì per trovare una soluzione rapida.”
Nelle prossime ore è previsto un incontro tra la ditta e i sindacati per cercare una risoluzione alla vertenza.