28 MARZO 2025

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28 MARZO 2025 - 10:31


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CESENA: Trevi chiude il 2024 con ricavi in crescita a 663,3 milioni

Trevi, società che opera nel settore dell'ingegneria del sottosuolo, chiude il 2024 con ricavi pari a 663,3 milioni, in crescita dell'11,5% rispetto all'esercizio precedente. L'utile è pari a 5,5 milioni rispetto a 25,9 milioni di utile nel 2023 che includeva gli effetti positivi della manovra finanziaria legata all'aumento di capitale. Il margine operativo lordo (Ebitda) ricorrente sale del 12,2% a 83,6 milioni di euro. Il gruppo ha aggiornato il piano industriale presentato a dicembre 2023, estendendolo di un anno fino al 2028, confermando il progressivo miglioramento della propria performance. Per il 2025 si prevedono ricavi tra 670-690 milioni e Ebitda ricorrente tra 80-90 milioni. Per l'intero arco di piano 2025-2028, si prevede: ricavi superiori a 730 milioni nel 2028; Ebitda superiore a 100 milioni nel 2028.

Per il terzo anno consecutivo il gruppo Trevi "centra così gli obiettivi economico-finanziari fissati nel piano industriale e questo rappresenta un risultato che, più di ogni altra considerazione, testimonia l'efficacia del lavoro compiuto fino ad oggi, da tutte le donne e gli uomini della nostra organizzazione, per consolidare e dare continuità al rilancio economico-finanziario del gruppo", afferma l'amministratore delegato Giuseppe Caselli. 




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BOLOGNA: La Perla e Menarini, futuro sempre più incerto | VIDEO

Continuano a preoccupare nel Bolognese due importanti crisi aziendali: la Perla e Menarini, coi lavoratori dell’unico produttore di autobus in Italia in sciopero e presidio il prossimo 23 aprile. Cgil e Uil attaccano invece la ministra Calderone per il mancato emendamento sulla proroga alla cassa integrazione per 50 lavoratrici de La Perla Nulla di fatto: dell’emendamento promesso al decreto legge sulla pubblica amministrazione in discussione in questi giorni in commissione alla Camera, che doveva garantire la possibilità di proroga della cassa integrazione straordinaria per 50 lavoratrici delle due aziende del gruppo La Perla in liquidazione, non c’è alcuna traccia. Lo fanno sapere le sindacaliste Stefania Pisani e Mariangela Occhiali, di Cgil e Uil, che in una nota congiunta attaccano: “Ricordiamo alla ministra Calderone che viviamo di concretezza, non di chiacchiere. Anche questa volta le promesse sono rimaste parole vuote” dicono, riferendosi alle rassicurazioni, disattese, ricevute in occasione dell’ultima protesta romana, proprio davanti al Ministero del Lavoro, lo scorso marzo. “Così facendo si è compromessa ogni possibilità di rilancio del gruppo” aggiungono, “le lavoratrici non meritano di essere prese in giro, la pazienza è finita”. Solidali con loro Città Metropolitana e Regione, con l’assessore al lavoro Giovanni Paglia che parla di “ferita al clima di collaborazione”. La Perla non è comunque l’unico fronte aperto nel Bolognese, anzi. Tra le diverse crisi aziendali della provincia, torna infatti a preoccupare la situazione di Menarini, unico produttore di autobus sul suolo nazionale ma con grandi incertezze sul futuro. "A 10 mesi dall'ingresso nella compagine societaria della nuova proprietà non c'è traccia del rilancio dello stabilimento di Bologna, con l'azienda che ha proceduto con alcuni licenziamenti unilaterali e due figure centrali nel progetto di rilancio, il direttore industriale e il responsabile della produzione sono scappati a gambe levate” riferiscono Cgil, Cisl e Uil, annunciando uno sciopero e un presidio il 23 aprile, quando è previsto un incontro fra le parti in Regione, per fare il punto sull’accordo della scorsa primavera che prevedeva percorsi di tutela per i lavoratori in esubero e un nuovo piano industriale. “L'unica cosa che avanza è il ricollocamento fuori dall'azienda" dicono infine i sindacati, denunciando il silenzio del Ministero delle Imprese e del partner cinese che dovrebbe rilevare il 25% del capitale.