14 GENNAIO 2025

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14 GENNAIO 2025 - 17:35


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BOLOGNA: Svolta per La Perla, un acquirente per tutti gli asset

Punto di svolta nella vertenza La Perla. Dopo mesi di intenso lavoro tra il Mimit, i commissari, i curatori italiani e i joint liquidators che gestiscono le procedure di insolvenza legate al gruppo La Perla, le parti hanno raggiunto un accordo per cedere unitariamente tutti gli asset del conglomerato aziendale. Ciò apre ora la strada alla pubblicazione di un avviso finalizzato alla ricerca di un player interessato alla reindustrializzazione.“Grande soddisfazione per questo significativo accordo, per il quale desidero ringraziare i commissari italiani e i liquidatori italiani e britannici, che ci permetterà di tenere uniti il marchio con le competenze dei lavoratori”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, che ha presieduto a Palazzo Piacentini l’incontro odierno con tutte le parti coinvolte. “Siamo riusciti a conseguire un risultato tutt’altro che scontato, destinato a diventare un caso che farà scuola” ha aggiunto il Ministro, “questa è la strada giusta per salvare l'azienda e rilanciare un simbolo del Made in Italy”. Per la prima volta, procedure diverse per finalità e nazionalità, includendo persino uno scenario extra-UE, si sono armonizzate sotto la regia del Mimit con l’obiettivo di fornire una risposta industriale a uno dei principali marchi del Made in Italy, valorizzando al contempo le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti. “Dopo mesi di intenso e complesso lavoro siamo riusciti a raggiungere un accordo decisivo, aprendo la strada al rilancio di uno storico marchio del Made in Italy”, è il commento del sottosegretario di Stato con delega alle crisi d'impresa, Fausta Bergamotto. “Ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito al conseguimento di questo importante traguardo” ha concluso Bergamotto. 

"Siamo riusciti a conseguire un risultato tutt'altro che scontato, destinato a diventare un caso che farà scuola". Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese Adolfo Urso, annunciando l'accordo tra le procedure del gruppo La Perla. Il ministro, che oggi ha presieduto l'incontro tra le parti, ha espresso "grande soddisfazione per questo significativo accordo, per il quale desidero ringraziare i commissari italiani e i liquidatori italiani e britannici, che ci permetterà di tenere uniti il marchio con le competenze dei lavoratori". Urso sottolinea: "Questa è la strada giusta per salvare l'azienda e rilanciare un simbolo del Made in Italy". Per la prima volta, fanno sapere dal Mimit, procedure diverse per finalità e nazionalità, includendo persino uno scenario extra-Ue, si sono armonizzate sotto la regia di palazzo Piacentini. "Dopo mesi di intenso e complesso lavoro siamo riusciti a raggiungere un accordo decisivo, aprendo la strada al rilancio di uno storico marchio del Made in Italy", commenta la sottosegretaria Fausta Bergamotto. 




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RAVENNA: Nessun declassamento per la dogana del porto, intervista al direttore Adm

“Nessun declassamento, anzi, è previsto un potenziamento dell’ufficio con nuove unità nel personale: l’unica modifica riguarda la rimodulazione alla retribuzione al dirigente”. Così il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, replica e prova spegnere definitivamente, ai nostri microfoni, le polemiche attorno al futuro dell’ufficio dogane al porto di Ravenna “È strumentale parlare di declassamento, tra l’altro è un sostantivo che usano anche per altri uffici dirigenziali, ma qui c’è soltanto una rimodulazione di una voce specifica della retribuzione a capo dell’ufficio di Ravenna”. Nessun declassamento. Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, in visita a Bologna, ribadisce l'infondatezza delle notizie circolate nei giorni scorsi, riguardo la presunta decisione di declassare da prima a terza fascia l’ufficio delle dogane del porto di Ravenna nell’ambito della sua riforma, attuativa di un decreto del 2012, avviata quasi un anno fa. Una polemica nata dopo un’interpellanza a Montecitorio della deputata dem Ouidad Bakkali, con una vera e propria levata di scudi anche da parte di sindacati e politica locale. È in corso una riorganizzazione territoriale per garantire maggiore efficienza operativa, aveva subito fatto sapere l’Adm con una nota, aggiungendo che, al contrario, è previsto un rafforzamento dell’agenzia al porto ravennate, col personale che da 63 passera a 72 unità e posizioni di elevata responsabilità che saranno raddoppiate. Stop, dunque, alle polemiche. “Questo accade, è fisiologico, la riforma in realtà sta entrando nella sua parte finale -continua Alesse – quindi è giusto chiedere interlocuzione all’agenzia e stiamo dando in realtà spiegazioni, non abbiamo problemi a farlo. Si tratta di una riforma equilibrata che poggia poi sul numero e sul volume di affari dirigenziali che ciascun ufficio andrà a governare”. L’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, si legge ancora nella nota, derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137. Ravenna, rimarca pertanto Alesse, infine, resta un porto strategico. “Lo ribadisco -conclude – non cambia nulla. Poi sono realtà in completo divenire, quindi se la riforma dovrà essere revisionata alla luce di un aumento della voce del volume degli affari che ciascun ufficio gestisce, andremo a rivedere la riforma. Nulla è eterno”.