ROMAGNA: Cresce il gap tra domanda ed offerta di lavoro, vacanti il 47,6% dei posti
Cresce lo scarto tra domanda ed offerta di lavoro, soprattutto se qualificato. Nel 2023 le imprese italiane hanno segnalato difficoltà di reperire il 45,1% del personale necessario, parliamo di 2.484.690 posti rimasti scoperti. A giugno 2024 la quota di lavoratori introvabili è aumentata al 47,6%. Il problema è ancora più grave per le piccole imprese che nel 2023 non hanno trovato il 48,1% di manodopera richiesta. A sottolinearlo è Confartigianato in un rapporto che riflette anche la situazione territoriale."La ricerca di personale - mette in luce il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena– ha tempi medi di 3,3 mesi che possono superare un anno per trovare operai specializzati. Tutto questo per le piccole imprese ha un costo quantificato in 13,2 miliardi di euro di minore valore aggiunto per le ricerche di manodopera che durano oltre 6 mesi. A mancare sono soprattutto le competenze per affrontare la transizione digitale e la gestione dell’intelligenza artificiale”. Nel 2023 le imprese cercavano soprattutto lavoratori capaci di gestire tecnologie relative a intelligenza artificiale, big data analytics, internet of things e robot. Di questi il 54,5%, sono risultati di difficile reclutamento. “La carenza di personale qualificato – sottolinea il Gruppo di Presidenza – è un’emergenza da affrontare subito con un’adeguata politica formativa. Si devono irrobustire le politiche del lavoro, armonizzandole con quelle dell’istruzione e con gli interventi contro la crisi demografica e la gestione dell’immigrazione, fattore non secondario a fronte di una quota di dipendenti stranieri che nelle imprese è pari al 14,8% e che sale al 17,1% nelle micro e piccole imprese”.
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BOLOGNA: Cambiamenti climatici, le sfide dell’ortofrutta tra politiche green e mercato | VIDEO
Apo Conerpo, la principale organizzazione di produttori ortofrutticoli d’Europa, ha festeggiato a Bologna i suoi trent’anni di attività a tutela della filiera e del reddito agricolo, con un convegno sulle sfide future del settore, fondamentale Italia e soprattutto Emilia-Romagna, alle prese con politiche europee sempre più stringenti e cambiamenti climatici Coltivare il futuro, tra politiche green e mercato. È il titolo, preso in prestito dalla vera sfida del settore in questo periodo, del convegno col quale Apo Conerpo, la principale organizzazione di produttori ortofrutticoli d’Europa, con oltre seimila soci, 50 cooperative, 32mila ettari coltivati in Italia (di cui il 70% in Emilia-Romagna) e giro d’affari annuo da 800 milioni di euro, ha festeggiato a Bologna i suoi trent’anni di attività a tutela della filiera e del reddito agricolo. Cambiamenti climatici e cosiddetti insetti alieni rappresentano oggi le questioni epocali da affrontare, ma a disposizione ci sono solo quelle che qualcuno definisce “armi spuntate”, per via di politiche comunitarie discusse e mancanza di nuove molecole autorizzate. Serve dunque un sostegno concreto, prima di tutto, da parte dell’Europa. “Il mondo agricolo è sempre stato attento alle dinamiche ambientali, non c’è persona più attenta all’ambiente dell’imprenditore agricolo – sottolinea il presidente di Apo Conerpo, Davide Vernocchi-, un cambiamento troppo repentino rischia di fare danni molto importanti”. Veronika Vrecionova, presidente della commissione agricoltura a Bruxelles, aggiunge: “Ritengo sia opportuno riprendere in mano il Green Deal e rivederlo in modo più realistico, sburocratizzando e semplificando”. “Stiamo mettendo settanta milioni di euro per tecnologie che salvano il prodotto, ma servono anche strumenti a livello europeo” commenta invece l’assessore regionale, Alessio Mammi. Come illustrato inoltre da un report realizzato da Nomisma, in regione soffrono maggiormente kiwi, pere e pesche, con ricadute sull’export, molto importante per l’ortofrutta italiano. Puntare su ricerca e innovazione resta quindi fondamentale. Ersilia Di Tullio, di Nomisma, conclude: “L’Italia, che ha una capacità produttiva importante sui mercati esteri, ha quasi una difficoltà nel recuperare prodotto per poterlo diffondere, è questa la sfida di oggi”.