5 SETTEMBRE 2023

16:05

NOTIZIA DI ECONOMIA

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5 SETTEMBRE 2023 - 16:05


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BOLOGNA: A via la 35^ edizione del Sana, aziende alluvionate ospitate gratis | VIDEO

Al via a BolognaFiere la 35a edizione di Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale nel segno di tutto ciò che è green, bio, salutare e veg. Il Sana quest’anno parla ancora più internazionale: delle oltre 650 aziende espositrici, quasi 100, il 15%, arrivano dall’estero. Il Salone occuperà circa cinque padiglioni e 20.000 mq di superficie. Le aziende alluvionate saranno ospitate al salone gratis. L’appuntamento con aziende e professionisti del comparto Organic & Natural Food è dal 7 al 9 settembre mentre saranno aperte anche il 10 settembre le aree del Care & Beauty e del Green Lifestyle. Quest’anno a rendere ancora più attrattiva la principale vetrina per il mercato italiano del bio e del naturale, un ricco cartellone di iniziative che faranno il punto sull’andamento del settore e ne anticiperanno le tendenze. Punto debole del settore Bio resta la poca sostenibilità economica diminuita ancora di più a causa della forte inflazione.

"Bisogna supportare di fatto chi produce. E' chiaro che c'è un tema di costi: il prodotto sostenibile e biologico è un prodotto di qualità. Per questo credo che dovremo fare anche un'operazione di educazione, chi consuma deve fare una scelta importante di campo" commenta a proposito Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere. "Stiamo attraversando un periodo difficile, i consumi stanno diminuendo e il Governo deve prendere a cuore questo problema. C'è un calo soprattutto nell'acquisto dell'ortofrutta e del fresco, e anche il biologico ne risente. Dobbiamo trovare meccanismi di agevolazione e incentivazione per ridurre i prezzi complessivi e rendere tutto più accessibile ai consumatori" sottolinea Alessio Mammi, assessore regionale all'Agricoltura.




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EMILIA-ROMAGNA: Dazi al 30%, il settore più a rischio è l’automotive | VIDEO

Preoccupa l’annuncio di nuovi dazi fatto dal presidente Trump nel fine settimana. Vediamo quali conseguenze potrebbero avere le nuove tariffe sull’export dell’Emilia-Romagna. 10,5 miliardi di beni esportati nel 2024: è questo il volume d’affari tra Emilia-Romagna e Stati Uniti minacciato dall’ennesimo annuncio di Donald Trump sui dazi da imporre al commercio europeo. Fino a pochi giorni fa si parlava di un aumento del 10%, ora si è saliti al 30%, in una guerra commerciale che rischia di mettere in difficoltà molte aziende della nostra regione. In cima alla lista dei settori più esposti c’è l’automotive, che da solo vale quasi 2 miliardi di euro. Subito dietro, tutti quelli che tradizionalmente trainano la produzione regionale: meccanica, agroalimentare, farmaceutica e ceramica. Sono 5.788 le imprese che esportano oltreoceano; tra queste, ben 1.256 risultano vulnerabili, cioè dipendenti dal mercato americano per almeno il 5% del fatturato. A preoccupare non è solo il rischio economico diretto, ma anche l'effetto domino che potrebbe travolgere fornitori, subfornitori e occupazione. Il tutto mentre l’Unione Europea e il governo italiano sembrano ancora indecisi sul da farsi: attuare contromisure oppure cercare un accordo con un Trump sempre più imprevedibile. «L’Emilia-Romagna è una terra che vive di relazioni internazionali e ha costruito la propria forza sull’export e sull’innovazione», ha dichiarato il presidente Michele de Pascale. «Il Governo deve muoversi con decisione per difendere le nostre imprese. È il momento di dimostrare che il Made in Italy non si protegge con le parole, ma con azioni concrete nei tavoli europei e internazionali».