2 OTTOBRE 2023

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2 OTTOBRE 2023 - 18:57


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RIMINI: Bombardieri (Uil), "al Paese mancano politiche industriali" | VIDEO

L’Italia è indietro sul fronte delle politiche industriali, sostiene il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. "Bisognerebbe capire quali sono le politiche industriali di questo Paese. Da tanto tempo sosteniamo che non si fanno scelte di politiche industriali, non ci sono scelte sugli asset strategici di questo Paese – ha detto a margine della celebrazione dei 10 anni della Uiltec a Rimini -. Mentre l'Europa in qualche modo interviene sulla transizione climatica e sulla transizione energetica, e i singoli Paesi all'interno dell'Europa, ma anche per esempio gli Stati Uniti, intervengono con risorse a sostegno della trasformazione delle aziende, nel nostro Paese noi ancora viviamo nelle nebbie”.  

Secondo il sindacalista “non abbiamo chiare le idee su come affronteremo questo grande percorso della transizione energetica”. “Non abbiamo soprattutto idea su come aiuteremo le aziende, e di conseguenza i lavoratori e le lavoratrici, a superare questo periodo di crisi e questo di trasformazione", ha aggiunto Bombardieri. 

La transizione ecologica "dovrebbe essere affrontata con una nuova scelta da parte dell'Europa di attenzione, anche di investimenti economici". “Continuiamo a sostenere – ha aggiunto - che sia necessario che l'Europa intervenga, così come ha fatto durante la pandemia, utilizzando i bond europei”, o "come intervenuto con il programma Sure. Questo è un programma molto importante, strategico per il nostro Paese”.  E dunque, per il sindacalista, occorre "chiedere che l'Europa si faccia carico di questa transizione, anche perché la lotta ormai con gli altri continenti mi pare sotto gli occhi di tutti”. 




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RAVENNA: Nessun declassamento per la dogana del porto, intervista al direttore Adm

“Nessun declassamento, anzi, è previsto un potenziamento dell’ufficio con nuove unità nel personale: l’unica modifica riguarda la rimodulazione alla retribuzione al dirigente”. Così il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, replica e prova spegnere definitivamente, ai nostri microfoni, le polemiche attorno al futuro dell’ufficio dogane al porto di Ravenna “È strumentale parlare di declassamento, tra l’altro è un sostantivo che usano anche per altri uffici dirigenziali, ma qui c’è soltanto una rimodulazione di una voce specifica della retribuzione a capo dell’ufficio di Ravenna”. Nessun declassamento. Il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse, in visita a Bologna, ribadisce l'infondatezza delle notizie circolate nei giorni scorsi, riguardo la presunta decisione di declassare da prima a terza fascia l’ufficio delle dogane del porto di Ravenna nell’ambito della sua riforma, attuativa di un decreto del 2012, avviata quasi un anno fa. Una polemica nata dopo un’interpellanza a Montecitorio della deputata dem Ouidad Bakkali, con una vera e propria levata di scudi anche da parte di sindacati e politica locale. È in corso una riorganizzazione territoriale per garantire maggiore efficienza operativa, aveva subito fatto sapere l’Adm con una nota, aggiungendo che, al contrario, è previsto un rafforzamento dell’agenzia al porto ravennate, col personale che da 63 passera a 72 unità e posizioni di elevata responsabilità che saranno raddoppiate. Stop, dunque, alle polemiche. “Questo accade, è fisiologico, la riforma in realtà sta entrando nella sua parte finale -continua Alesse – quindi è giusto chiedere interlocuzione all’agenzia e stiamo dando in realtà spiegazioni, non abbiamo problemi a farlo. Si tratta di una riforma equilibrata che poggia poi sul numero e sul volume di affari dirigenziali che ciascun ufficio andrà a governare”. L’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, si legge ancora nella nota, derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137. Ravenna, rimarca pertanto Alesse, infine, resta un porto strategico. “Lo ribadisco -conclude – non cambia nulla. Poi sono realtà in completo divenire, quindi se la riforma dovrà essere revisionata alla luce di un aumento della voce del volume degli affari che ciascun ufficio gestisce, andremo a rivedere la riforma. Nulla è eterno”.