Economia

Thumbnail EMILIA-ROMAGNA: Dazi al 30%, il settore più a rischio è l’automotive | VIDEO

EMILIA-ROMAGNA: Dazi al 30%, il settore più a rischio è l’automotive | VIDEO

ECONOMIA - Preoccupa l’annuncio di nuovi dazi fatto dal presidente Trump nel fine settimana. Vediamo quali conseguenze potrebbero avere le nuove tariffe sull’export dell’Emilia-Romagna. 10,5 miliardi di beni esportati nel 2024: è questo il volume d’affari tra Emilia-Romagna e Stati Uniti minacciato dall’ennesimo annuncio di Donald Trump sui dazi da imporre al commercio europeo. Fino a pochi giorni fa si parlava di un aumento del 10%, ora si è saliti al 30%, in una guerra commerciale che rischia di mettere in difficoltà molte aziende della nostra regione. In cima alla lista dei settori più esposti c’è l’automotive, che da solo vale quasi 2 miliardi di euro. Subito dietro, tutti quelli che tradizionalmente trainano la produzione regionale: meccanica, agroalimentare, farmaceutica e ceramica. Sono 5.788 le imprese che esportano oltreoceano; tra queste, ben 1.256 risultano vulnerabili, cioè dipendenti dal mercato americano per almeno il 5% del fatturato. A preoccupare non è solo il rischio economico diretto, ma anche l'effetto domino che potrebbe travolgere fornitori, subfornitori e occupazione. Il tutto mentre l’Unione Europea e il governo italiano sembrano ancora indecisi sul da farsi: attuare contromisure oppure cercare un accordo con un Trump sempre più imprevedibile. «L’Emilia-Romagna è una terra che vive di relazioni internazionali e ha costruito la propria forza sull’export e sull’innovazione», ha dichiarato il presidente Michele de Pascale. «Il Governo deve muoversi con decisione per difendere le nostre imprese. È il momento di dimostrare che il Made in Italy non si protegge con le parole, ma con azioni concrete nei tavoli europei e internazionali».

Thumbnail ROMA: Abi, Patuelli, "calo filiali bancarie non solo per diffusione digitale"

ROMA: Abi, Patuelli, "calo filiali bancarie non solo per diffusione digitale"

"Le nuove tecnologie non sono l'unica causa delle riduzioni delle operazioni bancarie nelle filiali: altri fattori vi concorrono, soprattutto nelle aree che si stanno spopolando per diversi fattori, fra cui la concentrazione degli investimenti nelle zone meglio collegate da infrastrutture materiali e immateriali". Lo afferma il presidente Abi Antonio Patuelli nella sua relazione all'assemblea dell'associazione. "Gli Appennini, il Mezzogiorno e anche talune zone delle Alpi sono spesso più difficilmente raggiungibili da strade, ferrovie e dalle più moderne tecnologie" ha aggiunto sottolineando come "le attività bancarie, tutte in concorrenza fra loro, non precedono, ma seguono i flussi di popolazione e di attività economiche". "Occorre che le Istituzioni europee, statali e regionali investano sullo sviluppo sostenibile nelle zone meno popolate, ne incentivino il ripopolamento e le modernizzazioni innanzitutto infrastrutturali e tecnologiche. Apprezziamo la Proposta di legge presentata in Parlamento dal Cnel perché le banche non siano escluse dalle indispensabili gare per le Tesorerie comunali dei piccoli centri" ha aggiunto.

Thumbnail ROMAGNA: Confindustria, neo presidente Riciputi, “diversificare i mercati” | VIDEO

ROMAGNA: Confindustria, neo presidente Riciputi, “diversificare i mercati” | VIDEO

La svolta epocale dell’intelligenza artificiale, il giusto riconoscimento del merito, la formazione di competenze per fare ciò che gli altri non fanno: Mario Riciputi, eletto una settimana fa alla guida di Confindustria Romagna, ha illustrato oggi alla stampa i temi che caratterizzeranno il quadriennio di presidenza. “Quasi 900 imprese associate, oltre 21 miliardi di fatturato aggregato con il 30% destinato alle esportazioni, 44 mila dipendenti, molteplici eccellenze nazionali ed internazionali: sono i numeri di un’Associazione che rappresenta un tessuto industriale ricco di fermenti innovativi, all’avanguardia in molte tecnologie, un’energia imprenditoriale resiliente in un territorio articolato, equilibrato e consapevole dell’importanza del rispetto ambientale – ha affermato il Presidente - Insieme ai colleghi e alle colleghe della vicepresidenza, cercherò di guidare questa realtà verso ulteriori mete di consolidamento e d’innovazione: crescita dimensionale, creazione di valore, generazione di ricchezza diffusa, equilibrio ambientale, sono l’essere del nostro sistema imprenditoriale, la forza trainante verso il benessere, l’equità e la modernità”. Romagna metropolitana Il progetto “Città Romagna” elaborato da Confindustria Romagna fin dal 2020 rimane pieno di contenuti ed aspirazioni ad oggi in parte vanificati da difficoltà esterne: vanno recuperati lo spirito, la volontà e le proposte, per una Romagna più forte in una regione più forte. La Romagna unita è la base imprescindibile per attuare qualsiasi progetto di area vasta: va messo a punto con urgenza un intervento programmatico che la renda possibile, dando forma e regole a una città metropolitana con un perimetro riconosciuto a livello istituzionale, per rafforzare l’intera regione sotto ogni punto di vista, infrastrutturale, idrogeologico, culturale e identitario. Nuove generazioni e merito Occorre dare consapevolezza che l’impresa, a prescindere dalla sua dimensione, rappresenta l’asse portante della crescita economica e sociale del Paese e costituisce il motore dello sviluppo competitivo, sostenibile ed equo. È indispensabile garantire alle nuove generazioni un processo di riconoscimento del merito, di realizzazione delle proprie aspirazioni, di ascensione e sicurezza sociale, di salute e benessere. Il merito deve essere l’“ascensore” della società civile. L’andamento economico È evidente il quadro di grande incertezza, di volatilità finanziaria, di limitata fiducia dei consumatori, di elevata rischiosità che le imprese stanno affrontando. Veniamo da un anno di crescita minimale del PIL sia nazionale che comunitario e da un generale rallentamento di tutte le economie. I segnali sono di continuità di questo trend, con attese di lieve miglioramento attenuate dai repentini mutamenti delle politiche commerciali e da una riduzione dell’export complessivo e della nostra quota. I benefici dell’appartenenza a filiere internazionali si riducono e molte economie si riposizionano verso sistemi meno aperti, con effetti di riduzione delle domande accessibili. Ma le nostre imprese sono resilienti, reattive e visionarie e pertanto devono cercare di cogliere gli spiragli di sviluppo e le opportunità di nuove dinamiche di mercato. L’innalzarsi di barriere commerciali, se da un lato determina il contrarsi del mercato e la crescita delle incertezze sulle prospettive di ripresa, dall’altro sta creando condizioni dei mercati finanziari europei più favorevoli: la politica monetaria della BCE, il basso livello di domanda di finanziamenti connessa a investimenti limitati, crea possibilità favorevoli per l’accesso al credito e per la ripresa di una politica di investimenti. Una ripresa certamente complessa in tale contesto, ma da affrontare per un’economia che deve ricercare uno spazio crescente nella qualità, nell’innovazione, nel “fare ciò che gli altri non fanno”. Anticipare l’evoluzione dei mercati, creare per tempo le condizioni per una nuova offerta, attraverso investimenti in competenze, tecnologie ed impianti, è la sfida preminente che abbiamo di fronte. Se la generazione di innovazione è il cuore dell’essere imprenditori e quindi ne sentiamo la responsabilità, dall’altro ci aspettiamo una condivisione da parte del sistema finanziario con soluzioni volte al sostegno degli investimenti in un’ottica di lungo termine, non solo in termini di costo, ma anche di condizioni per la gestione del rischio. Analogamente, per accelerare un processo di investimento oggi non supportato da una adeguata domanda, è necessario un quadro normativo diverso, facilmente accessibile, che faccia confluire mezzi finanziari a sostegno, ripercorrendo il successo di misure quali industria 4.0. La costruzione di un sistema di competenze avanzate e tecnologie competitive è un processo complesso che richiede visione, programmazione, capacità di attrarre professionisti di valore, rapida applicazione nei processi produttivi aziendali. È chiaro alle imprese che la competizione richiede un processo di permanente ed accelerata innovazione. Transizione digitale La competitività aziendale si sviluppa su nuovi paradigmi e fra questi ha acquisito una rilevanza decisiva l’evoluzione digitale. Un cambiamento pervasivo dei processi e dei prodotti che impatta sempre più sull’organizzazione, sulla progettazione, sul sistema decisionale, sul posizionamento competitivo. Un’accelerazione straordinaria in questi ultimi anni è stata prodotta dall’accesso sempre più semplificato a soluzioni di intelligenza artificiale. L’utilizzo di questi potenti algoritmi di correlazione dei dati e di capacità di calcolo di dimensioni esponenziali genera nuove sfide dirompenti, ma anche grandi opportunità di cambiamento e sviluppo dei processi di produzione e commercializzazione.


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