SANTARCANGELO: Alpinisti morti sul Gran Sasso, gli aerei militari non furono allertati | VIDEO
Emergono nuovi fatti nell’inchiesta sulla morte di Luca Perazzini e Cristian Gualdi, i due alpinisti di Santarcangelo morti assiderati sul Gran Sasso. Il dubbio è che si potesse fare qualcosa di più per tentare di salvarli.
Gli elicotteri militari specializzati nel soccorso in condizioni estreme non furono mai attivati per salvare Luca Perazzini e Cristian Gualdi, i due alpinisti di Santarcangelo morti assiderati sul Gran Sasso tra il 22 e il 27 dicembre scorsi. Lo conferma ufficialmente il centro di coordinamento dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico: nessuna richiesta arrivò dall’Abruzzo nei giorni in cui i soccorsi cercarono di raggiungere i due alpinisti dispersi a 2.700 metri di quota durante una tempesta di neve.
Il 22 dicembre, alle 14:52, Cristian Gualdi contattò per la prima volta i soccorsi. Seguì una lunga serie di telefonate, diciassette in tutto, fino alle 21. La loro posizione era nota, ma le squadre di terra non riuscirono a raggiungerli e gli elicotteri civili non poterono decollare a causa del maltempo.
Nella recente integrazione all’esposto presentato alla Procura di Teramo, i legali delle famiglie, Luca Greco e Francesca Giovanetti, avevano chiesto di verificare se fosse stato richiesto l’intervento degli HH139 “Caesar”, elicotteri dell’Aeronautica in grado di operare anche di notte, con temperature fino a -20 gradi. La Rai, attraverso il Tg3 regionale, ha ottenuto conferma che nessuna richiesta di intervento fu mai inoltrata.
Il dato potrebbe avere un peso rilevante nell’inchiesta aperta dalla Procura per accertare eventuali responsabilità nei soccorsi. Oltre alla mancata attivazione degli elicotteri militari, gli inquirenti stanno vagliando anche altri elementi, tra cui la possibile presenza di segnaletica errata lungo il percorso seguito da Luca e Cristian.
I due giovani furono ritrovati senza vita cinque giorni dopo la prima chiamata di aiuto, in fondo a un canalone.