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RIMINI: Abusi sulla nipotina, pm chiede sei anni e sei mesi

Sei anni e sei mesi di reclusione per aver molestato sessualmente una bimba di 10 anni, nipotina della compagna, è la richiesta di condanna formulata al termine della requisitoria dal pubblico ministero, Luca Bertuzzi, a carico di 50enne di Cologno Monzese. Il processo davanti al gup del tribunale di Rimini con rito abbreviato, è stato poi aggiornato al prossimo 23 ottobre per repliche e sentenza. L'uomo secondo la denuncia, si appartava con la nipotina nella camera d'albergo in cui trascorreva le vacanze e abusava di lei. Situazioni che si sarebbero ripetute più volte durante una vacanza al mare della bimba con lo zio acquisito e la zia materna. Il 50enne di origine peruviana è stato quindi indagato dai carabinieri di Bellaria Igea Marina per violenza sessuale sulla nipote di 10 anni.

Thumbnail BOLOGNA: Ex Stamoto, dopo la maxi operazione l'area è di nuovo occupata | VIDEO

BOLOGNA: Ex Stamoto, dopo la maxi operazione l'area è di nuovo occupata | VIDEO

Dopo la maxi operazione che il primo ottobre scorso ha portato a 5 arresti, 32 persone identificate e lo sgombero di ben 18 edifici in oltre 120mila metri quadrati, i residenti delle zone vicine all'ex caserma Stamoto, a Bologna, denunciano una nuova occupazione dell'area Tre arresti per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e quattro per furto di energia. Cinque soggetti irregolari individuati e 32 persone identificate, prevalentemente marocchini, tunisini, somali e gambiani. L'area, con 18 edifici dismessi in oltre 120mila metri quadrati, sgomberata con un servizio mirato definito ad alto impatto, che ha visto impegnati all'alba dello scorso primo ottobre in oltre trecento fra agenti di polizia, squadra mobile, scientifica, reparto volo e unità cinofile. Eppure, dopo la maxi operazione, a distanza di neanche 24 ore dal tavolo di sicurezza in prefettura col ministro dell'interno Matteo Piantedosi, all'ex caserma Stamoto di Bologna, tra le vie del Parco, Castelmerlo e Felsina, tutto sembra essere tornato come prima. “Dopo lo sgombero non si vede alcuna differenza -conferma una residente-, assolutamente. Noi non viviamo bene per niente, lì è un posto che ci sarà un sacco di sporcizia, topi, chi lo sa. E poi arrivano questi individui qui di cui non c'è da fidarsi”. Fra residenti ed esercenti, molti preferendo però l'anonimato, c'è chi assicura che dal giorno successivo allo sgombero, se non già fin dal pomeriggio stesso, l'area, nella quale prima o poi dovrebbero vedere la luce alloggi e parcheggi, una volta sbloccata la permuta dal Demanio al Comune, era già stata nuovamente occupata. “Il giorno dopo li ho visti scavalcare il cancello, come le altre volte” racconta un'altra della zona, mentre una donna con lei aggiunge: “Dove vanno? Fino a quando non buttano giù tutto”. Spaccio, degrado e insicurezza tutt'attorno: niente è ancora archiviato da queste parti, spiega chi ci vive, anche se nei giorni a seguire la maxioperazione i cancelli si sono riaperti più di una volta per ulteriori controlli e presidi da parte delle forze di polizia. “Hanno fatto una roba non da poco, però se il giudice li mette fuori il giorno dopo... -conclude un altro residente-. Ci vorrebbero centinaia di uomini per circondarla. O la riempi con qualche attività o è tutto molto difficile”.


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