Cronaca

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RIMINI: Caso Pierina, Dassilva chiese riti voodoo contro gli inquirenti

Louis Dassilva avrebbe chiesto ad alcuni connazionali in Senegal di fare dei riti voodoo, dando i nomi di sei poliziotti della squadra mobile di Rimini e del sostituto procuratore Daniele Paci. Vi sarebbe un messaggio in mano agli inquirenti ed inserito nel fascicolo di indagine sull'omicidio di Pierina Paganelli e risalirebbe a non molto tempo dopo il delitto, quindi nel 2023. Il messaggio inviato in Senegal conteneva i nomi degli inquirenti e veniva chiesto un rito di tradizione voodoo, alcuni dei quali prevedono il sacrificio di animali. Lo stesso Dassilva, interrogato in carcere dal gip Vinicio Cantarini il 17 marzo, detenuto dal 16 luglio 2024, avrebbe ammesso di credere nel voodoo. Al gip, che sta valutando la richiesta di scarcerazione presentata dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi, e in questi giorni sta interrogato la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, ha parlato di alcune bottiglie di vino comprate e regalate alla donna e alcune polverine spedite dal Senegal "per purificazione", che si mettono nelle bottiglie per alcuni riti voodoo. "Ci credo, ma la bottiglia che avevo lasciato davanti al garage era vuota. I riti voodoo esistono per diversi scopi per purificarsi dal maleficio, per mandare un maleficio o affinché ti vada bene qualcosa. Valgono indipendentemente che uno ci creda o no", avrebbe spiegato. Il voodoo commissionato in Senegal dal 35enne era specificatamente indirizzato ad agenti della squadra mobile e al pm.

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CESENA: Caso Golinucci, ospite del convento è ricercato in Francia

Nuovi sviluppi nel caso di Cristina Golinucci, la 21enne scomparsa da Cesena nel 1992. Emanuel Boke, sudafricano ospite del convento dei cappuccini di Cesena all'epoca della sparizione, e Kwame Quist, ricercato dalla Francia per rapina e violenza sessuale nel 1998, sarebbero la stessa persona. La conferma arriva dal Ris di Parma, che ha rilevato una compatibilità genetica tra un berretto sequestrato a Boke nel 1994 e un profilo presente nella banca dati francese. Boke era già stato sospettato, ma l’ipotesi venne scartata. La famiglia di Cristina, assistita dall’avvocato Barbara Iannuccelli, chiederà la riapertura del caso. Inoltre, tra le foto di un rullino sequestrato a Boke, sviluppate solo nel 2022, è emersa un’immagine che lo ritrae con una ragazza. La famiglia lancia un appello affinché la donna si faccia avanti per contribuire a fare luce sulla verità. Nel frattempo, Boke resta ricercato a livello internazionale con l’identità di Kwame Quist.


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