8 APRILE 2025

15:12

NOTIZIA DI CRONACA

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8 APRILE 2025 - 15:12


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FERRARA: Sindaco Alan Fabbri riceve lettera anonima di minacce

"Faremo male a te e alla tua famiglia. Non è un pesce d'aprile". Lunedì mattina è stata recapitata in Comune a Ferrara una lettera anonima indirizzata al sindaco Alan Fabbri. Nella missiva, che porta il timbro postale di Bologna, il mittente scrive: "Tu continui a fare del male a noi e alle nostre famiglie e noi faremo molto male a te e alla tua famiglia se questa estate sentiremo suonare di sera o di notte anche solo una chitarra qui in Darsena, in piazza Trento Trieste o in piazza Ariostea". E chiude: "Non è un pesce d'aprile". Il primo cittadino ha denunciato l'episodio alla Questura di Ferrara e poi ha condiviso la lettera attraverso i propri canali scrivendo: "Non è la prima volta che ricevo minacce, e da quando sono sindaco di Ferrara è purtroppo capitato più volte. Credo nel confronto e nella possibilità di risolvere i problemi con il dialogo e con scelte condivise. La mia porta resta aperta a tutti, ma questi non sono i metodi per esprimere dissenso. A giugno scorso sono stato riconfermato alla guida della città con ampio sostegno e non intendo indietreggiare sulle linee di mandato che ho condiviso con tutti voi".




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BOLOGNA: Delitto Stefani, il compagno, “Sofia tornava a casa piena di lividi” | VIDEO

“Era splendida, solare, empatica, ma al tempo stesso bipolare. Aveva questo disturbo e io mi prendeevo cura di lei durante la nostra convivenza. Lei lo chiamava il nonnino, di lui si fidava”. Lui è Giampiero Gualandi, il 63enne ex comandante della polizia locale di Anzola, nel Bolognese, accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, avvenuto il 16 maggio scorso a soli 33 anni. Le parole sono quelle di Stefano Guidotti, il compagno di Sofia, nel processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise, che tracciano il profilo psicologico della giovane vigilessa e della sua relazione con il comandante, “A un certo punto ho intuito che ci fosse qualcosa, ma mi sembrava surreale. Ogni tanto tornava a casa con dei lividi, una volta disse che era andata dal dentista perché Gualandi le aveva rotto un dente durante una colluttazione.” Nonostante i segnali, però, era difficile per Guidotti intervenire, “Aveva degli sbalzi d’umore improvvisi, che esplodevano in picchi d’ira. Quando le chiedevo spiegazioni sui lividi in corpo trovava delle scuse”, prosegue Guidotti, che incalzato dalle domande dell’accusa e dei legali di parti civile, lancia il carico da novanta, “Sofia mi aveva confidato che Gualandi non sopportava le colleghe, soprattutto la comandante Fiorini, e che quando avrebbe assunto il potere le avrebbe lasciate ‘morire senza morire’”. Dettagli, quelli di un attaccamento morboso e pericoloso, descritti anche da Antonella Gasparini, amica della vittima, “Tra di loro c’era un rapporto tossico, carnale, lui le aveva fatto anche molte promesse sul lavoro, ma ultimamente erano molto tesi. Lui addirittura una volta le disse ‘guarda che ho una pistola’”.