15 APRILE 2025

13:54

NOTIZIA DI CRONACA

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15 APRILE 2025 - 13:54


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FERRARA: Laboratorio di coltivazione e lavorazione cannabis, arrestato cinquantenne | FOTO

I carabinieri di Portomaggiore, nel Ferrarese, hanno scoperto un vero e proprio laboratorio per la coltivazione, l’essiccazione, il confezionamento e lo stoccaggio di marijuana, gestito da un cinquantenne che, oltre a detenere 2 chili e mezzo di marijuana essiccata pronta allo smercio, aveva ricavato nel sottotetto – a cui si accedeva mediante una scala a scomparsa azionata da un telecomando – una vera e propria serra per la coltivazione della cannabis, con lampade apposite, ventilatori per l’essicazione ed altro materiale per la coltivazione di oltre 200 piante, che avrebbero, al punto giusto di maturazione, fruttato diversi altri chili di erba da essiccare e da immettere sul mercato illegale, dopo averle confezionate sottovuoto, con potenziali guadagni di diverse migliaia di euro. L’uomo è stato arrestato per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, dopo le formalità di rito, è stato rimesso in libertà su disposizione del Pubblico Ministero di turno della Procura di Ferrara.




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BOLOGNA: Delitto Stefani, il compagno, “Sofia tornava a casa piena di lividi” | VIDEO

“Era splendida, solare, empatica, ma al tempo stesso bipolare. Aveva questo disturbo e io mi prendeevo cura di lei durante la nostra convivenza. Lei lo chiamava il nonnino, di lui si fidava”. Lui è Giampiero Gualandi, il 63enne ex comandante della polizia locale di Anzola, nel Bolognese, accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, avvenuto il 16 maggio scorso a soli 33 anni. Le parole sono quelle di Stefano Guidotti, il compagno di Sofia, nel processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise, che tracciano il profilo psicologico della giovane vigilessa e della sua relazione con il comandante, “A un certo punto ho intuito che ci fosse qualcosa, ma mi sembrava surreale. Ogni tanto tornava a casa con dei lividi, una volta disse che era andata dal dentista perché Gualandi le aveva rotto un dente durante una colluttazione.” Nonostante i segnali, però, era difficile per Guidotti intervenire, “Aveva degli sbalzi d’umore improvvisi, che esplodevano in picchi d’ira. Quando le chiedevo spiegazioni sui lividi in corpo trovava delle scuse”, prosegue Guidotti, che incalzato dalle domande dell’accusa e dei legali di parti civile, lancia il carico da novanta, “Sofia mi aveva confidato che Gualandi non sopportava le colleghe, soprattutto la comandante Fiorini, e che quando avrebbe assunto il potere le avrebbe lasciate ‘morire senza morire’”. Dettagli, quelli di un attaccamento morboso e pericoloso, descritti anche da Antonella Gasparini, amica della vittima, “Tra di loro c’era un rapporto tossico, carnale, lui le aveva fatto anche molte promesse sul lavoro, ma ultimamente erano molto tesi. Lui addirittura una volta le disse ‘guarda che ho una pistola’”.