15 APRILE 2025

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15 APRILE 2025 - 13:13


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BOLOGNA: Sedicenne ucciso, il 21 maggio al via processo per coetaneo

È stato rinviato a giudizio dal Gup del Tribunale dei minori di Bologna il 16enne italiano accusato dell'omicidio del coetaneo Fallou Sall, avvenuto il 4 settembre in via Piave a Bologna, e del tentato omicidio dell'amico di questi, un 17enne bengalese a sua volta accusato di lesioni e molestie telefoniche nei confronti del principale imputato. Il processo, che si svolgerà con il rito ordinario, comincerà il 21 maggio. Il sedicenne, assistito dall'avvocato Pietro Gabriele, ha partecipato all'udienza in videocollegamento dall'istituto penale minorile di Niside (Napoli). In aula era presente anche il padre di Fallou Sall, insieme all'avvocata Loredana Pastore che assiste i genitori della vittima. Secondo quanto ricostruito all'epoca dagli investigatori, qualche giorno prima del delitto, il 31 agosto, c'era stato un primo incontro con una lite in strada tra il 16enne e il 17enne bengalese, non lontano dalla zona dove poi ci sarebbe stato l'omicidio e Fallou Sall in quel caso non era presente. Tra i due sarebbero volate solo parole e anche in quel caso, come poi avvenuto (secondo la versione difensiva) il 4 settembre, il giovane italiano è fuggito ed è stato inseguito da un gruppetto di ragazzi, che poi ad un certo punto ha desistito.    Il 4, invece, il bengalese (che aveva anche un cane) e l'italiano si sono incontrati al parco del Velodromo, dove si sono presi a pugni. Il 16enne sarebbe fuggito verso casa, inseguito e raggiunto da più persone in via Piave prima di essere placcato a terra. Tra i ragazzi c'era Fallou, che sarebbe intervenuto in aiuto del 17enne. A questo punto il 16enne ha tirato fuori il coltello, colpendo alla cieca per difendersi - secondo la sua versione - e raggiungendo Fallou al cuore e l'amico 17enne al collo. Per la Procura, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, si è trattato invece di omicidio volontario.Nel corso dell'udienza è stata discussa anche la posizione del 17enne bengalese. Quest'ultimo, ha spiegato la sua legale, Laura Piemonti, è persona offesa nel procedimento - in quanto il 16enne è accusato di tentato omicidio nei suoi confronti per averlo colpito al collo - ma era anche imputato per lesioni (che ha ammesso) verso lo stesso 16enne e per molestie telefoniche sempre ai danni del ragazzino che ha poi ucciso Fallou.    Per queste accuse la legale del 17enne ha chiesto e ottenuto la messa alla prova per il suo assistito, la cui posizione è stata quindi stralciata e dovrà seguire un programma di messa alla prova che sarà stabilito dal giudice




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BOLOGNA: Amianto, la “strage dimenticata” dei lavoratori delle ex Ogr

Sono oltre 350 le vittime dell’amianto a Bologna fra i lavoratori delle ex Officine Grandi Riparazioni di via Casarini, dove operai, istituzioni e l’associazione regionale AFeVA si sono ritrovati in occasione della Giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro. “Da Fs ancora nessuna risposta sulla bonifica dell’area, non è più accettabile” ha sottolineato durante la cerimonia l’assessore comunale all’urbanistica, Raffaele Laudani Giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro celebrata a Bologna con una manifestazione davanti ai cancelli delle ex Officine Grandi Riparazioni di via Casarini, dove a causa dell’amianto, ampiamente utilizzato per decenni, sono ad oggi già scomparse oltre 350 persone occupate in quegli spazi da Ferrovie dello Stato. Una strage per molti dimenticata, il cui elenco di vittime è destinato tristemente a salire. “Qui di vecchiaia non è mai morto nessuno” ricorda dolorosamente Salvatore Fais, ex lavoratore delle officine di via Casarini e custode della sua memoria. Da tempo si parla di bonifica dell’area, che spetta proprio a Fs, e di un nuovo museo dedicato alle ex Ogr bolognesi, progetto che rientra in quello più ampio di rigenerazione dell’ex Scalo Ravone, ma ancora senza novità. “Insieme al sindaco abbiamo chiesto a Ferrovie di dare risposte certe ma ancora oggi non sappiamo a che punto è lo stato di caratterizzazione e quindi non abbiamo ancora certezze sui tempi -spiega l’assessore all’urbanistica Laudani – questa cosa non è più accettabile”. Milco Cassani, presidente regionale dell’Associazione Familiari e Vittime Amianto infine ricorda: “La legge del 1992 ha messo al centro la fermezza della messa al bando di questo materiale ma non ha dato soluzione alle milioni di tonnellate che ancora restano tra di noi”.