14 APRILE 2025

10:41

NOTIZIA DI CRONACA

DI

402 visualizzazioni


14 APRILE 2025 - 10:41


NOTIZIA DI CRONACA

DI

402 visualizzazioni



SAN MARINO: Rischia l'amputazione della gamba l'agente investito da un gendarme

E’ ancora riservata la prognosi per l’agente della polizia civile travolto sabato scorso, attorno alle 4, mentre sulla Superstrada di San Marino  eseguiva il rilievo di un precedente incidente stradale. Il 29enne è ricoverato in Rianimazione all’ospedale Bufalini di Cesena e rischia l’amputazione di una gamba anche se la buona notizia sarebbe che nell’arto c’è circolazione sanguigna e dunque speranze di poterla salvare. Ad investire l’agente è stata un gendarme alla guida di un’auto che procedeva a velocità sostenuta. L’uomo è risultato positivo all’alcoltest nel corso degli accertamenti medico tossicologici dopo l’incidente. La polizia civile di San marino ha fatto sapere che prima di esprimersi preferisce aspettare che l’agente si stabilizzi.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

BOLOGNA: Delitto Stefani, il compagno, “Sofia tornava a casa piena di lividi” | VIDEO

“Era splendida, solare, empatica, ma al tempo stesso bipolare. Aveva questo disturbo e io mi prendeevo cura di lei durante la nostra convivenza. Lei lo chiamava il nonnino, di lui si fidava”. Lui è Giampiero Gualandi, il 63enne ex comandante della polizia locale di Anzola, nel Bolognese, accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, avvenuto il 16 maggio scorso a soli 33 anni. Le parole sono quelle di Stefano Guidotti, il compagno di Sofia, nel processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise, che tracciano il profilo psicologico della giovane vigilessa e della sua relazione con il comandante, “A un certo punto ho intuito che ci fosse qualcosa, ma mi sembrava surreale. Ogni tanto tornava a casa con dei lividi, una volta disse che era andata dal dentista perché Gualandi le aveva rotto un dente durante una colluttazione.” Nonostante i segnali, però, era difficile per Guidotti intervenire, “Aveva degli sbalzi d’umore improvvisi, che esplodevano in picchi d’ira. Quando le chiedevo spiegazioni sui lividi in corpo trovava delle scuse”, prosegue Guidotti, che incalzato dalle domande dell’accusa e dei legali di parti civile, lancia il carico da novanta, “Sofia mi aveva confidato che Gualandi non sopportava le colleghe, soprattutto la comandante Fiorini, e che quando avrebbe assunto il potere le avrebbe lasciate ‘morire senza morire’”. Dettagli, quelli di un attaccamento morboso e pericoloso, descritti anche da Antonella Gasparini, amica della vittima, “Tra di loro c’era un rapporto tossico, carnale, lui le aveva fatto anche molte promesse sul lavoro, ma ultimamente erano molto tesi. Lui addirittura una volta le disse ‘guarda che ho una pistola’”.