14 APRILE 2025

12:04

NOTIZIA DI CRONACA

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14 APRILE 2025 - 12:04


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COLOMBIA: Biologo fatto a pezzi, ritrovata una gamba nel fiume | VIDEO

Non si ferma l’orrore attorno alla tragica morte di Alessandro Coatti, biologo di 38 anni di Portomaggiore, scomparso il 5 aprile a Santa Marta, in Colombia.

Diverse parti del cadavere sono state trovate in vari punti della città. L’ultimo ritrovamento, un sacco contenente una gamba,è stato scoperto vicino al fiume Manzanares, dove erano già stati abbandonati altri resti.

Il medico legale dovrà ora confermare se si tratta effettivamente di Coatti, anche se le autorità ritengono altamente probabile l’identificazione.

Sulla morte del biologo stanno indagando sia la procura colombiana che quella di Roma, ma al momento le circostanze restano avvolte nel mistero. Nessuna pista è stata esclusa. Le autorità hanno negato qualsiasi coinvolgimento della vittima in traffici illeciti o ambienti criminali, lasciando aperta l’ipotesi di un tragico scambio di persona oppure di un omicidio legato all’attività di gruppi paramilitari.

L’ambasciatore italiano in Colombia, Giancarlo Maria Curcio, ha dichiarato che gli investigatori stanno seguendo “diverse piste” e gli inquirenti stanno cercando di capire se Coatti abbia avuto un incontro con qualcuno che conosceva o se sia rimasto vittima di un’aggressione casuale.

Intanto, lo sfondo della tragedia resta un Paese segnato da violenza diffusa. Solo nella scorsa settimana, nella regione caraibica, si sono registrati almeno sei omicidi.


Ora si attende verità e giustizia per Alessandro

 




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BOLOGNA: Delitto Stefani, il compagno, “Sofia tornava a casa piena di lividi” | VIDEO

“Era splendida, solare, empatica, ma al tempo stesso bipolare. Aveva questo disturbo e io mi prendeevo cura di lei durante la nostra convivenza. Lei lo chiamava il nonnino, di lui si fidava”. Lui è Giampiero Gualandi, il 63enne ex comandante della polizia locale di Anzola, nel Bolognese, accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, avvenuto il 16 maggio scorso a soli 33 anni. Le parole sono quelle di Stefano Guidotti, il compagno di Sofia, nel processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise, che tracciano il profilo psicologico della giovane vigilessa e della sua relazione con il comandante, “A un certo punto ho intuito che ci fosse qualcosa, ma mi sembrava surreale. Ogni tanto tornava a casa con dei lividi, una volta disse che era andata dal dentista perché Gualandi le aveva rotto un dente durante una colluttazione.” Nonostante i segnali, però, era difficile per Guidotti intervenire, “Aveva degli sbalzi d’umore improvvisi, che esplodevano in picchi d’ira. Quando le chiedevo spiegazioni sui lividi in corpo trovava delle scuse”, prosegue Guidotti, che incalzato dalle domande dell’accusa e dei legali di parti civile, lancia il carico da novanta, “Sofia mi aveva confidato che Gualandi non sopportava le colleghe, soprattutto la comandante Fiorini, e che quando avrebbe assunto il potere le avrebbe lasciate ‘morire senza morire’”. Dettagli, quelli di un attaccamento morboso e pericoloso, descritti anche da Antonella Gasparini, amica della vittima, “Tra di loro c’era un rapporto tossico, carnale, lui le aveva fatto anche molte promesse sul lavoro, ma ultimamente erano molto tesi. Lui addirittura una volta le disse ‘guarda che ho una pistola’”.