14 APRILE 2025

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NOTIZIA DI CRONACA

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14 APRILE 2025 - 16:31


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BOLOGNA: Donna caduta dal balcone, mercoledì autopsia e esame telefono

Il pm Marco Forte, che coordina le indagini della squadra mobile, conferirà mercoledì gli incarichi per la consulenza medico legale e per l'esame sul telefono di Tania Bellinetti, 48enne morta a Bologna l'8 aprile, caduta dal balconcino al terzo piano della casa dove viveva in via Tolstoj. Dagli accertamenti tecnici gli investigatori attendono risposte per far luce sulla causa del decesso della donna e sulle persone con cui era entrata in contatto nelle ultime ore. Rimane sempre ricercato l'ex compagno, un tunisino di 38 anni, che lei aveva denunciato per maltrattamenti nel 2018 e su cui pende un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, in seguito ad un'ulteriore denuncia di Bellinetti, del 2024. La misura è di dicembre e non è mai stata eseguita. Sulla morte è stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico del compagno al quale, in quanto irreperibile, verrà nominato un avvocato di ufficio per rappresentarlo nelle consulenze tecniche. Da quanto è stato accertato la coppia non conviveva, ma, come hanno testimoniato diversi vicini, l'uomo anche di recente era tornato a trascorrere del tempo con la donna e tracce della sua presenza sono state trovate in casa. Nessuno però avrebbe riferito di aver sentito rumori di una colluttazione nell'appartamento, quando la donna è precipitata. Bellinetti risulta aver avuto problemi con stupefacenti e alcol.




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BOLOGNA: Delitto Stefani, il compagno, “Sofia tornava a casa piena di lividi” | VIDEO

“Era splendida, solare, empatica, ma al tempo stesso bipolare. Aveva questo disturbo e io mi prendeevo cura di lei durante la nostra convivenza. Lei lo chiamava il nonnino, di lui si fidava”. Lui è Giampiero Gualandi, il 63enne ex comandante della polizia locale di Anzola, nel Bolognese, accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, avvenuto il 16 maggio scorso a soli 33 anni. Le parole sono quelle di Stefano Guidotti, il compagno di Sofia, nel processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise, che tracciano il profilo psicologico della giovane vigilessa e della sua relazione con il comandante, “A un certo punto ho intuito che ci fosse qualcosa, ma mi sembrava surreale. Ogni tanto tornava a casa con dei lividi, una volta disse che era andata dal dentista perché Gualandi le aveva rotto un dente durante una colluttazione.” Nonostante i segnali, però, era difficile per Guidotti intervenire, “Aveva degli sbalzi d’umore improvvisi, che esplodevano in picchi d’ira. Quando le chiedevo spiegazioni sui lividi in corpo trovava delle scuse”, prosegue Guidotti, che incalzato dalle domande dell’accusa e dei legali di parti civile, lancia il carico da novanta, “Sofia mi aveva confidato che Gualandi non sopportava le colleghe, soprattutto la comandante Fiorini, e che quando avrebbe assunto il potere le avrebbe lasciate ‘morire senza morire’”. Dettagli, quelli di un attaccamento morboso e pericoloso, descritti anche da Antonella Gasparini, amica della vittima, “Tra di loro c’era un rapporto tossico, carnale, lui le aveva fatto anche molte promesse sul lavoro, ma ultimamente erano molto tesi. Lui addirittura una volta le disse ‘guarda che ho una pistola’”.