BOLOGNA: Fatture false e riciclaggio, blitz Antimafia in Emilia, Lazio e Campania | VIDEO
Oltre 70 perquisizioni, dieci misure coercitive e interdittive, 27 indagati e accertamenti ancora in corso su numerose aziende in Emilia-Romagna e non solo: sono alcuni dei numeri della vasta operazione della Direzione Investigativa Antimafia di Bologna, insieme a Guardia di Finanza e Carabinieri, che ha sgominato un’associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture false
Blitz della Direzione Investigativa Antimafia di Bologna, insieme a Guardia di Finanza e Carabinieri, con oltre 70 perquisizioni fra Emilia, Lazio e Campania, quattro persone ai domiciliari e 5 sottoposte ad obbligo di dimora, oltre a 27 indagati (tra cui un commercialista bolognese) e il sequestro preventivo, per un totale di due milioni di euro, a carico di 5 società. È stata denominata “On Air”, dalla parola in codice usata al telefono per procedere con l’emissione di fatture false, la vasta operazione che dopo le indagini, relative al periodo più complicato della pandemia, ha portato a capi d’accusa che vanno dall’associazione a delinquere al riciclaggio, fino all’intestazione fittizia e all’autoriciclaggio, oltre al reato di emissione di false fatture, naturalmente. Il settore in cui operava il gruppo è quello dell’edilizia. Per le operazioni di prelievo il gruppo utilizzava decine di cosiddetti cavalli, pagati 150 euro al giorno. Quartier generale del gruppo e dei loro affari, la zona di San Giovanni in Persiceto, dove risiedeva anche il capo, classe 1966 con precedenti di altro genere alle spalle. Fondamentali le intercettazioni in fase di indagine, mentre proseguono gli accertamenti delle Fiamme Gialle sugli utilizzatori del servizio illecito garantito dal sodalizio, non solo fra Bologna e Modena. Coinvolto anche il direttore di un ufficio postale bolognese, disposta per lui la misura della sospensione dall’esercizio del servizio.
PRECISAZIONE DA POSTE ITALIANE
Il dipendente delle Poste indagato nella operazione 'On Air' della Dia di Bologna, e ritenuto "parte della organizzazione criminale" accusata di associazione per delinquere, riciclaggio e altri reati, non è un direttore dell'ufficio, come indicato nel corso della conferenza stampa per illustrare l'indagine, ma un operatore di sportello. Lo precisano le stesse Poste Italiane, spiegando di avere offerto, come di consueto sin dall'avvio dell'indagine, la massima collaborazione alle forze dell'ordine impegnate nell'inchiesta. Il dipendente è stato sospeso dal servizio - spiegano ancora le Poste - e l'azienda è parte lesa nella vicenda.
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