17 MARZO 2025

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17 MARZO 2025 - 10:55


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BOLOGNA: Omicidio vigilessa, "tra i due un contratto di sottomissione sessuale"

Emergono nuovi dettagli sul caso di Sofia Stefani, la vigilessa di 33 anni uccisa il 16 maggio 2024 nell'ufficio del comando di Anzola Emilia. Durante il processo a carico dell’ex comandante della polizia locale Giampiero Gualandi, 63 anni, accusato di omicidio volontario, è stato rivelato che tra i due esisteva un presunto contratto di sottomissione sessuale firmato il 18 maggio 2023.

Nel contratto, Gualandi si definiva "padrone, colui che tutto può sulla sua schiava". La procuratrice aggiunta Lucia Russo ha descritto la relazione tra i due come "tormentata e squilibrata", caratterizzata da momenti di tensione culminati nel tragico epilogo. Secondo l’accusa, nei giorni precedenti l'omicidio, Gualandi viveva in un "castello di menzogne" tra la moglie e l'amante, mantenendo comportamenti da doppia vita.

La difesa ha respinto la rilevanza del contratto, definendolo un semplice "gioco" ispirato al libro 50 sfumature di grigio e privo di valore legale. "Nella vita privata, gli adulti possono fare ciò che vogliono", ha dichiarato l'avvocato Claudio Benenati. L'accusa, però, sostiene che la dinamica del rapporto e le prove tecniche sull'arma confermerebbero la responsabilità di Gualandi. Il processo prosegue con l'analisi delle consulenze tecniche e delle testimonianze.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

BOLOGNA: Amianto, la “strage dimenticata” dei lavoratori delle ex Ogr

Sono oltre 350 le vittime dell’amianto a Bologna fra i lavoratori delle ex Officine Grandi Riparazioni di via Casarini, dove operai, istituzioni e l’associazione regionale AFeVA si sono ritrovati in occasione della Giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro. “Da Fs ancora nessuna risposta sulla bonifica dell’area, non è più accettabile” ha sottolineato durante la cerimonia l’assessore comunale all’urbanistica, Raffaele Laudani Giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro celebrata a Bologna con una manifestazione davanti ai cancelli delle ex Officine Grandi Riparazioni di via Casarini, dove a causa dell’amianto, ampiamente utilizzato per decenni, sono ad oggi già scomparse oltre 350 persone occupate in quegli spazi da Ferrovie dello Stato. Una strage per molti dimenticata, il cui elenco di vittime è destinato tristemente a salire. “Qui di vecchiaia non è mai morto nessuno” ricorda dolorosamente Salvatore Fais, ex lavoratore delle officine di via Casarini e custode della sua memoria. Da tempo si parla di bonifica dell’area, che spetta proprio a Fs, e di un nuovo museo dedicato alle ex Ogr bolognesi, progetto che rientra in quello più ampio di rigenerazione dell’ex Scalo Ravone, ma ancora senza novità. “Insieme al sindaco abbiamo chiesto a Ferrovie di dare risposte certe ma ancora oggi non sappiamo a che punto è lo stato di caratterizzazione e quindi non abbiamo ancora certezze sui tempi -spiega l’assessore all’urbanistica Laudani – questa cosa non è più accettabile”. Milco Cassani, presidente regionale dell’Associazione Familiari e Vittime Amianto infine ricorda: “La legge del 1992 ha messo al centro la fermezza della messa al bando di questo materiale ma non ha dato soluzione alle milioni di tonnellate che ancora restano tra di noi”.