12 MARZO 2025

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NOTIZIA DI CRONACA

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12 MARZO 2025 - 14:53


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RAVENNA: Decine di falsi certificati medici, impiegata sospesa per 1 anno

Una funzionaria giudiziaria del Tribunale di Ravenna - si tratta di una 60enne originaria di Roma e residente a Reggio Calabria - è stata sospesa per un anno dal lavoro nell'ambito di una indagine per falso e truffa aggravata legata a decine di certificati medici ritenuti contraffatti. La misura interdittiva - come riportato dai quotidiani locali - è stata adottata dal Gip Andrea Galanti su richiesta del Pm Daniele Barberini per pericolo di reiterazione del reato.

La donna, entrata in servizio il 22 ottobre 2022, è accusata di avere beneficiato fino al 25 luglio 2024 di 59 giornate di assenze legate a 58 documenti fasulli per un totale di 4.500 euro di danno stimato per lo Stato. In particolare secondo gli inquirenti avrebbe utilizzato vecchie attestazioni riciclate o certificati ricavati da moduli da lei compilati e corredati di timbri prodotti attraverso software. La segnalazione era partita dall'interno dello stesso Tribunale romagnolo in seguito a numerose assenze: la prime verifiche nelle cliniche romane indicate, avevano smentito i certificati prodotti dalla funzionaria. Ecco che allora i carabinieri ravennati, in collaborazione con i colleghi capitolini, si erano recati nelle strutture di Roma indicate dalla 60enne con un decreto di esibizione atti della Procura di Ravenna: e in quasi tutti i casi i certificati erano stati sconfessati tanto che una dottoressa aveva pure fatto denuncia contro ignoti per la falsificazione della sua firma. L'analisi delle celle telefoniche agganciate alle date indicate nei documenti, aveva corroborato i sospetti.

La funzionaria, difesa dall'avvocata Carlotta Benini, nell'interrogatorio si era ripromessa secondo il Gip di recarsi nelle varie strutture a reperire documentazione a sostegno della sua versione. Ma nei mesi successivi non ha più fatto sapere nulla salvo precisare a ottobre scorso - ha sottolineato il giudice - di essersi infortunata a causa di una caduta accidentale e di non essere perciò in grado di andare a recuperare altra documentazione clinica. 




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: Caso Pierina, Luis Dassilva interrogato per sei ore

Ha risposto a tutte le domande del giudice Vinicio Cantarini e ha negato tutte le circostanze raccontate da Manuela Bianchi, Louis Dassilva, il senegalese di 35 anni assistito dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi. L'interrogatorio, al quale ha assistito anche il pm Daniele Paci, è durato poco meno di 6 ore e si è svolto nel carcere di Rimini. Al momento la lunga indagine sull'omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre del 2023, vede due persone indagate: Dassilva, per omicidio, e la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, legata da una relazione al senegalese, per favoreggiamento. Bianchi, difesa dall'avvocata Nunzia Barzan e dal consulente Davide Barzan, il 4 marzo scorso è stata interrogata dal pm Paci: nel corso dell'interrogatorio avrebbe detto di aver visto Dassilva la mattina del ritrovamento del cadavere della suocera in garage. Dassilva le avrebbe quindi detto di non parlare, che c'era il cadavere di una donna e di dare l'allarme chiamando per primo il vicino. Bianchi ha detto di aver capito che l'assassino era Dassilva. Venerdì scorso si è tenuto invece un incidente probatorio sulle prove scientifiche che, secondo i legali del senegalese, scagionano Dassilva tanto che al termine dell'udienza Fabbri e Guidi ne hanno chiesto la scarcerazione. Il gip quindi ha deciso di interrogare Dassilva in carcere e al termine di 5 giorni dovrà decidere se scarcerarlo o meno. Ma il termine non è perentorio. Sull'interrogatorio della nuora i difensori di Dassilva hanno presentato osservazioni scritte che rileverebbero tutte le incongruenze. Intanto la Procura va avanti "un pezzo alla volta" in un rebus che si ricompone. Il pm Paci ha chiesto un incidente probatorio per interrogare nuovamente la Bianchi e cristallizzare le sue dichiarazioni su Dassilva. I difensori del senegalese si sono opposti, ma spetterà al giudice Cantarini decidere. In quel caso le accuse delle nuora contro Dassilva diventerebbero atti acquisiti e non più confutabili del processo.