10 MARZO 2025

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10 MARZO 2025 - 16:06


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EMILIA ROMAGNA: Aggressioni al personale sanitario, forze dell’ordine in arrivo nei Ps | VIDEO

Aumentate di quasi il 12% le violenze al personale sanitario in Emilia-Romagna nel 2024: lo fa sapere l’assessore regionale alla sanità, Massimo Fabi, annunciando una serie di iniziative per la tutela dei professionisti, non soltanto nei pronto soccorso

Aumentate dell’11,7% nel 2024 le violenze su medici, infermieri e operatori socio-sanitari in Emilia-Romagna. Le violenze verbali salgono di oltre il 12% e quelle fisiche calano dell’11,9 ma i casi totali sfiorano comunque quota 2.700; quasi il 58% delle vittime sono infermieri; il 70% donne e nel 62% dei casi ad aggredire sono utenti o pazienti. È questa la fotografia sul fenomeno delle aggressioni al personale sanitario in regione fornita dall’assessore Massimo Fabi, in occasione del lancio della campagna “Più cura per chi cura”, per la giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione sul tema. “Questi dati rivelano innanzitutto un disagio sociale complessivo” commenta Fabi, annunciando una serie di misure. “Formazione specifica per gestire questi momenti di particolare criticità -ricorda l’assessore -, accordi con le forze dell’ordine, forze di polizia nei pronto soccorso, incremento della sorveglianza convenzionata, accordi con associazioni di volontariato per l’accoglienza, abbiamo attivato sistemi con videocamere che possono mandare immagini alle questure e pulsanti per attivare il più rapidamente possibile i soccorsi”. Tra i più esposti, non solo gli operatori dell’emergenza-urgenza, ma anche quelli nell’area della salute mentale e delle case di comunità, dalle quali spesso faticano ad emergere determinati episodi. È importante denunciare, sottolinea ancora l’assessore, anche tramite la piattaforma regionale ad hoc, SegnalER. “Confidiamo di attivare percorsi perché tutti i pronto soccorso possano avere sistema di sorveglianza, allerta rapido e posto di polizia per garantire interventi tempestivi – conclude Fabi - . Siamo schierati operativamente a tutela dei nostri colleghi che rappresentano la vera essenza del servizio sanitario regionale”.




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RIMINI: Caso Pierina, Luis Dassilva interrogato per sei ore

Ha risposto a tutte le domande del giudice Vinicio Cantarini e ha negato tutte le circostanze raccontate da Manuela Bianchi, Louis Dassilva, il senegalese di 35 anni assistito dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi. L'interrogatorio, al quale ha assistito anche il pm Daniele Paci, è durato poco meno di 6 ore e si è svolto nel carcere di Rimini. Al momento la lunga indagine sull'omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre del 2023, vede due persone indagate: Dassilva, per omicidio, e la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, legata da una relazione al senegalese, per favoreggiamento. Bianchi, difesa dall'avvocata Nunzia Barzan e dal consulente Davide Barzan, il 4 marzo scorso è stata interrogata dal pm Paci: nel corso dell'interrogatorio avrebbe detto di aver visto Dassilva la mattina del ritrovamento del cadavere della suocera in garage. Dassilva le avrebbe quindi detto di non parlare, che c'era il cadavere di una donna e di dare l'allarme chiamando per primo il vicino. Bianchi ha detto di aver capito che l'assassino era Dassilva. Venerdì scorso si è tenuto invece un incidente probatorio sulle prove scientifiche che, secondo i legali del senegalese, scagionano Dassilva tanto che al termine dell'udienza Fabbri e Guidi ne hanno chiesto la scarcerazione. Il gip quindi ha deciso di interrogare Dassilva in carcere e al termine di 5 giorni dovrà decidere se scarcerarlo o meno. Ma il termine non è perentorio. Sull'interrogatorio della nuora i difensori di Dassilva hanno presentato osservazioni scritte che rileverebbero tutte le incongruenze. Intanto la Procura va avanti "un pezzo alla volta" in un rebus che si ricompone. Il pm Paci ha chiesto un incidente probatorio per interrogare nuovamente la Bianchi e cristallizzare le sue dichiarazioni su Dassilva. I difensori del senegalese si sono opposti, ma spetterà al giudice Cantarini decidere. In quel caso le accuse delle nuora contro Dassilva diventerebbero atti acquisiti e non più confutabili del processo.