RIMINI: Blitz anti-droga, turnover di criminali dall’Albania | VIDEO
Cambiavano frequentemente le figure criminali facendole arrivare dall’Albania in Romagna. È quanto emerge dall’inchiesta della procura di Rimini che ha svelato una vasta rete di spaccio di droga in Riviera.
Erano due sodalizi criminali distinti, quelli disarticolati dai carabinieri di Rimini attraverso l’arresto, mercoledì mattina, di 39 soggetti e il sequestro di ingenti quantitativi di cocaina e hashish.
Il primo gruppo – in base all’indagine coordinata dal pm Davide Ercolani - si dedicava ai furti in abitazione tra Riccione e i comuni limitrofi, utilizzando i proventi per finanziare l’acquisto di enormi carichi di cocaina e hashish destinati al mercato della Riviera Romagnola e delle Marche. La seconda struttura si occupava della vendita al dettaglio di droga.
Per eludere le indagini, entrambi i gruppi adottavano un turnover costante di affiliati: dopo brevi periodi in Italia, i criminali venivano fatti rientrare in Albania e sostituiti con nuovi membri. Tuttavia, l’attività investigativa dei Carabinieri di Riccione ha permesso di tracciare con precisione i loro movimenti, individuare le basi operative e ricostruire il modus operandi della rete: documentate decine di cessioni di stupefacenti a clienti di ogni estrazione sociale.
Un ruolo cruciale lo avevano le compagne italiane degli indagati, incaricate di suddividere e trasportare la cocaina. Già nei mesi scorsi, alcuni arresti avevano messo in allerta gli spacciatori, inducendoli a spostare la base tra Cesenatico e Cervia. Il blitz di Imola di novembre aveva già portato al sequestro di 20 kg di cocaina.
Una vita di lusso sfrenato, quella che conducevano gli indagati, tra gioielli, orologi di valore e abiti firmati per decine di migliaia di euro, ma anche un arsenale di armi tra revolver, pistole automatiche e fucili. Dopotutto il valore della droga sequestrata avrebbe fruttato sul mercato oltre 25 milioni di euro, mentre la refurtiva intercettata nei porti di Bari, Ancona e Durazzo, proveniente dai furti nelle case riccionesi, aveva un valore stimato di 800 mila euro. Tra i beni di valore sottratti vi è anche il Rolex frutto di una rapina a cui avrebbe contribuito un carabiniere in servizio nella provincia di Rimini finito in manette.
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