4 FEBBRAIO 2025

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NOTIZIA DI CRONACA

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4 FEBBRAIO 2025 - 16:02


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BOLOGNA. Dopo incidente sfonda cancello di una concessionaria Porsche, danneggiate diverse vetture esposte

Alcune auto sportive che erano parcheggiate nel piazzale della concessionaria Porsche di via Monterumici, a Bologna, sono rimaste danneggiate per le conseguenze di un incidente stradale avvenuto nella serata di ieri. Si è trattato di un tamponamento, in viale Pertini, fra tre auto che si sono scontrate nei pressi dell'incrocio con via Monterumici. Una di queste, dopo una carambola è andata a schiantarsi contro una cabina Enel, poi ha sfondato la cancellata della rivendita Porsche ed è finita nel cortile sottostante della stessa concessionaria, dove erano in esposizione alcune auto. A quanto si apprende, sarebbero cinque o sei le Porsche rimaste danneggiate in modo più o meno grave. I tre occupanti dei veicoli coinvolti nell'incidente hanno tutti riportato ferite lievi e sono stati medicati sul posto dal personale del 118, rifiutando di essere portati al vicino ospedale Maggiore. Per i rilievi è intervenuta la polizia locale.




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Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.