13 GENNAIO 2025

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13 GENNAIO 2025 - 15:56


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RIMINI: Molestia sessuale sul lavoro, Comune della Valconca condannato | VIDEO

Un Ente locale della provincia di Rimini è stato condannato in via definitiva, dopo il pronunciamento della Cassazione, a seguito delle molestie sessuali subite da una sua dipendente sul posto di lavoro.

 

Un acceso diverbio fra colleghi, donna e uomo, nel 2020, finì con lui che mise in risalto le sue parti intime facendone riferimento anche con le parole. Un caso di molestie sessuali per il quale la Corte di Cassazione ha con una recente sentenza condannato definitivamente il datore di lavoro, un Comune della Valconca, in provincia di Rimini. Del caso se ne è occupata la Consigliera di parità.

La Suprema corte ha respinto il ricorso dell'Ente locale ribadendo la responsabilità del datore di lavoro nel prevenire e contrastare abusi e discriminazioni, richiamandosi ai principi della convenzione del Consiglio d'Europa sulla violenza nei luoghi di lavoro. Il Comune dovrà ora risarcire la dipendente con 15 mila euro e pagare le spese legali.

Questa decisione oggi assume un valore molto importante, stante un momento che storicamente vede un significativo incremento dei fenomeni di violenze e molestie in ambito lavorativo.

Nel 2024 sono state rappresentate all'ufficio della Consigliera di parità tre casi. I dati relativi a tali fenomeni, che accadono nel corso della prestazione lavorativa, vedono in prevalenza vittime le donne.

“Questi fenomeni ricorrenti che i dati fotografano - afferma la Consigliera di Parità della Provincia di Rimini Adriana Ventura - impongono di tenere alta l’attenzione e di dotarsi, ciascuno nel proprio ambito, di strumenti in grado di prevenirli e contrastarli. È noto, infatti, che le condotte improprie possono pregiudicare non solo la sfera individuale della vittima (dignità, autostima, percezione di sé, l'intimità, l'attività lavorativa e la carriera), ma anche la vita di relazione e la comunità di cui si è parte”.

“È opportuno, dunque – prosegue Ventura -, richiamare con forza la responsabilità del datore di lavoro per ciò che attiene il tema della prevenzione e del contrasto alle molestie nei luoghi di lavoro, in quella più ampia cornice che mira al superamento delle disuguaglianze, le cui radici sono nell'art. 2087 del Codice Civile. Questa norma mette in capo al datore di lavoro l'obbligo di tutela dell'integrità fisica e della personalità morale dei lavoratori e delle lavoratrici, garantendo agli stessi la salute e il benessere psicofisico. Questa sentenza rappresenta quindi un vero e proprio monito. Grande soddisfazione, dunque, per il buon esito che è stato raggiunto a conclusione di una vicenda che ha percorso tutti e tre i gradi di giudizio, un esito voluto con pervicace costanza dalle avvocate Tatiana Biagioni e Anna Danesi, con studio a Milano, che hanno assistito la lavoratrice e la Consigliera di Parità della Provincia di Rimini, che ha seguito il caso fin dall'inizio”.




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