30 SETTEMBRE 2024

11:13

NOTIZIA DI CRONACA

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30 SETTEMBRE 2024 - 11:13


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CESENA: Caso Golinucci, inchiesta archiviata per la decima volta

Il Gip del tribunale di Forlì ha disposto l'archiviazione del fascicolo, per omicidio e a carico di ignoti, del caso di Cristina Golinucci, scomparsa a 21 anni il primo settembre 1992 da Cesena. Quel giorno la ragazza aveva un appuntamento col proprio padre spirituale al convento dei cappuccini quando se ne sono perse le tracce. Si tratta della decima volta che il caso viene riaperto e archiviato e il giudice Massimo De Paoli ha deciso così, condividendo la richiesta della Procura, dopo l'udienza della scorsa settimana in cui si era discussa l'opposizione dei familiari di Cristina, la madre Marisa Degli Angeli, assistita dall'avvocato Barbara Iannuccelli. "Fermo restando - sottolinea il Gip - che in caso di elementi di novità l'indagine ben potrà essere riavviata, senza pregiudizio per le parti coinvolte".

Tra gli accertamenti analizzati ci sono quelli su Emanuel Boke, ragazzo ospite del convento sospettato in passato di essere responsabile della scomparsa, ipotesi sempre scartata. Sono state svolte ricerche in Francia e sono in corso comparazioni delle impronte digitali con un'altra persona, ricercata per reati sessuali e che potrebbe essere lui. Ma questa persona risulta irreperibile in Francia: è quindi impossibile, secondo il Gip, procedere ad una sua audizione. Non hanno portato ad esiti neppure le recenti segnalazioni arrivate alla famiglia. Né quella della donna che ha riferito che l'anziano padre, in zona Mercato Saraceno, all'epoca aveva visto arrivare un'auto guidata da un frate accompagnato da una giovane ragazza: l'anziano non ha riconosciuto in foto Cristina Golinucci. Né quella sui sacchi neri con odore sgradevole, trovati sempre nella stessa zona da un amico del padre della donna. Nessun accertamento è stato possibile fare in quel punto, a causa di una frana legata all'alluvione 2023. All'epoca era consuetudine, osserva il Gip, gettare resti di animali nei boschi ed era questo il motivo per cui chi vide la scena non vi diede peso.




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RIMINI: Picchia e segrega il figlio 13enne, rinviato a giudizio

Era scappato dalle botte del padre, scalzo e con una maglia logora e bucata addosso. In lacrime e con evidenti segni di percosse sul volto e sul collo, il bimbo di 13 anni era stato soccorso dai militari del 7/o Reggimento Vega, nel corso dell'operazione "strade sicure", alla stazione ferroviaria di Rimini. Per quei fatti, era il 20 settembre del 2023, è stato rinviato a giudizio un cittadino tunisino di 36 anni, che stando al sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Annadomenica Gallucci, maltrattava il figlio con un "sistematico uso della violenza come ordinario trattamento riservato al minore". Ieri davanti al Tribunale collegiale di Rimini, come riportano i quotidiani riminesi, si è tenuta la prima udienza di istruttoria dibattimentale in cui sono stati ascoltati i carabinieri che all'epoca dei fatti indagarono sull'accaduto e il gestore dell'hotel dove alloggiava il ragazzino col padre. L'albergatore ha raccontato che la sera in cui il ragazzino era scappato l'aveva aiutato e soccorso quando il 13enne si era nascosto dietro al bancone dell'hotel. Poi sentendo il genitore arrivare, era fuggito in strada. L'uomo secondo quanto aveva raccontato il ragazzino ai carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Rimini, lo picchiava sempre, lo teneva chiuso in una stanza di hotel senza mandarlo a scuola o lasciarlo parlare con la mamma rimasta nel Paese di origine. Una volta sentitosi al sicuro, il 13enne aveva anche raccontato di essere giunto in Italia nel 2022 con un barcone approdato a Lampedusa. Da circa un anno, si trovava quindi solo col padre perché il resto della sua famiglia, compresa la mamma che ormai sentiva solo per telefono, era rimasta in Tunisia. Dopo aver soggiornato in Austria per 9 mesi senza ottenere la protezione internazionale, padre e figlio avevano raggiunto l'Italia, nel settembre del 2022, trasferendosi a Rimini