30 SETTEMBRE 2024

14:50

NOTIZIA DI CRONACA

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30 SETTEMBRE 2024 - 14:50


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BOLOGNA: Sicurezza e spaccio, Piantedosi promette rinforzi

Nuove unità in arrivo per le forze dell'ordine entro fine anno e la possibilità di predisporre ordinanze straordinarie per il contrasto allo spaccio delle zone più calde della città: è quanto emerso al termine dell'ultimo comitato sulla sicurezza a Bologna, al quale ha preso parte anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi

Più forze di polizia, il ministro parla di decine di unità entro la fine dell'anno, e la possibilità per il prefetto di predisporre ordinanze che rendano più attivi nel contrasto e la prevenzione dello spaccio nelle zone più calde della città, dalla stazione alla Bolognina, i presidi fissi delle forze dell'ordine. Sono i due punti principali emersi al termine del comitato sulla sicurezza e l'ordine pubblico, a Bologna, a cui ha preso parte anche il responsabile del Viminale, Matteo Piantedosi, chiamato in causa dopo l'ultimo accoltellamento la settimana scorsa in Piazza XX Settembre. “Abbiamo deciso di ridefinire il piano di controllo del territorio, anticipando anche con provvedimenti straordinari che cercheranno di offrire uno strumento alle forze che operano sul campo non solo in termini di prevenzione e repressione dei reati, ma anche di evitare stazionamenti pericolosi -spiega Piantedosi-. Quelli che insomma i cittadini ci dicono essere fonte delle loro preoccupazioni. Questa sarà quindi la cornice di accompagnamento di servizi aggiuntivi più intensi nelle fasce orarie più importanti”. Già quasi mille le nuove unità giunte a Bologna da inizio 2023, fra carabinieri, polizia e finanza, ricorda inoltre il ministro, garantendo ulteriori forze fresche e turnover. Al tavolo, durato circa 45 minuti, anche il sottosegretario Molteni. Soddisfatto il sindaco Lepore. soprattutto sulle ordinanze attese fin da subito, che inoltre prevederanno agenti in giro anche a piedi e supportati dalla polizia locale. “Ho chiesto che non ci siano più presidi fissi che non intervengono, ma che venga dato agli uomini delle forze dell'ordine l'ingaggio di poter intervenire e poter affrontare le situazioni -dice il primo cittadino-. Ma soprattutto di svuotare le piazze dello spaccio e quelle strade dove ci sono problematiche, cioè spacciatori che stanno fermi, importunano le persone e fanno anche atti violenti. Non vogliamo più vedere scene di venti spacciatori su una ringhiera e terrorizzano i cittadini. Questo a Bologna non deve più vedere”.

 




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RIMINI: Picchia e segrega il figlio 13enne, rinviato a giudizio

Era scappato dalle botte del padre, scalzo e con una maglia logora e bucata addosso. In lacrime e con evidenti segni di percosse sul volto e sul collo, il bimbo di 13 anni era stato soccorso dai militari del 7/o Reggimento Vega, nel corso dell'operazione "strade sicure", alla stazione ferroviaria di Rimini. Per quei fatti, era il 20 settembre del 2023, è stato rinviato a giudizio un cittadino tunisino di 36 anni, che stando al sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Annadomenica Gallucci, maltrattava il figlio con un "sistematico uso della violenza come ordinario trattamento riservato al minore". Ieri davanti al Tribunale collegiale di Rimini, come riportano i quotidiani riminesi, si è tenuta la prima udienza di istruttoria dibattimentale in cui sono stati ascoltati i carabinieri che all'epoca dei fatti indagarono sull'accaduto e il gestore dell'hotel dove alloggiava il ragazzino col padre. L'albergatore ha raccontato che la sera in cui il ragazzino era scappato l'aveva aiutato e soccorso quando il 13enne si era nascosto dietro al bancone dell'hotel. Poi sentendo il genitore arrivare, era fuggito in strada. L'uomo secondo quanto aveva raccontato il ragazzino ai carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Rimini, lo picchiava sempre, lo teneva chiuso in una stanza di hotel senza mandarlo a scuola o lasciarlo parlare con la mamma rimasta nel Paese di origine. Una volta sentitosi al sicuro, il 13enne aveva anche raccontato di essere giunto in Italia nel 2022 con un barcone approdato a Lampedusa. Da circa un anno, si trovava quindi solo col padre perché il resto della sua famiglia, compresa la mamma che ormai sentiva solo per telefono, era rimasta in Tunisia. Dopo aver soggiornato in Austria per 9 mesi senza ottenere la protezione internazionale, padre e figlio avevano raggiunto l'Italia, nel settembre del 2022, trasferendosi a Rimini