17 SETTEMBRE 2024

18:32

NOTIZIA DI CRONACA

DI

576 visualizzazioni


17 SETTEMBRE 2024 - 18:32


NOTIZIA DI CRONACA

DI

576 visualizzazioni



RIMINI: Aggressione sessuale su rifugiata politica, rinviato a giudizio

Un cittadino pachistano di 32 anni è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale. Vittima una ragazza rifugiata politica. Il gup Raffaella Ceccarelli ha fissato la data del processo all'inizio di dicembre. La vittima, 39 anni, era arrivata in Italia con lo status di rifugiata nel 2023. Una sera di aprile del 2023, un suo conoscente, un uomo di 32 di origine pachistana si era introdotto con forza nella sua camera e aveva tentato di violentarla. L'intervento della polizia, con una Volante giunta sul posto, era stato tempestivo e la 39enne era riuscita a sporgere una denuncia particolareggiata. Le indagini successive della squadra mobile, coordinate dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi avevano condotto all'identificazione del pachistano che interrogato alla presenza dell'avvocato difensore, Gianluca Tencati, del Foro di Rimini si era giustificato dicendo di avere una relazione sentimentale con lei. Circostanza non confermata dalla donna.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: "Omicidio del bilanciere", condanna definitiva a 23 anni di carcere

Per il caso dell'"omicidio del bilanciere", la Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza della Corte di appello di Bologna nei confronti Edi Zegarac, 54 anni, condannato a 23 anni di reclusione per l'assassinio di Nicola Donadio, di 50, avvenuto il 12 gennaio 2022 a Misano Adriatico (Rimini). La Corte d'appello di Bologna aveva condannato l'imputato, difeso dall'avvocato Massimiliano Orrù, a 23 anni aumentando la pena emessa dalla Corte d'assise di Rimini che invece lo aveva condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione. Le parti civili, ossia le quattro figlie e la moglie di Donadio, originario di Chiaromonte (Potenza), avevano impugnato la sentenza di primo grado. Così anche il sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani che in primo grado aveva contestato ritenendole sussistenti le aggravanti di futili motivi e minorata difesa. La Corte di Bologna aveva riconosciuto la aggravanti eliminando lo sconto di pena. Sentenza che con il rigetto della Cassazione diventa definitiva. Quello del bilanciere era stato un omicidio risolto in meno di 24 ore perché, la stessa vittima, ritrovata agonizzante, aveva dato ai carabinieri il nome del killer. "E' stato Edi. E' stato lui", prima di perdere i sensi, aveva avuto la forza di dire Donadio, colpito numerose volte al capo con un bilanciere d'acciaio. Non era morto subito e all'arrivo dei carabinieri del Nor di Riccione era stato in grado di parlare e prima di spirare aveva indicato la porta del bagno dove ancora si nascondeva il killer. Zegarac, quando aveva riaperto la porta del bagno in lacrime, aveva confessato subito.