10 SETTEMBRE 2024

17:18

NOTIZIA DI CRONACA

DI

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10 SETTEMBRE 2024 - 17:18


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RAVENNA: Uccide la moglie malata, ha ribadito la confessione

E' stato interrogato in carcere Enzo Giardi, difeso dall'avvocato Monica Miserocchi, davanti al pm Marilù Gattelli, l'ex bancario di Ravenna, 78enne, accusato di avere ucciso la moglie 77enne Piera Ebe Bertini. La donna era da tempo malata e giunta a uno stadio avanzato di una patologia degenerativa, ha parlato per oltre un'ora confermando quanto già confessato ieri pomeriggio, dopo avere chiamato il 118, pochi minuti dopo il delitto avvenuto nella casa di via Lolli, alle porte del centro della città, intorno alle 13. L'anziano ha ribadito il movente, il timore che la moglie non sarebbe stata curata adeguatamente, con la stessa dedizione che lui le riservava quotidianamente. Nei confronti della vittima è stata disposta l'autopsia. Si attende invece la fissazione dell'udienza di convalida dell'arresto.




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BOLOGNA: Simulano rapina in bar, tre denunciati

A insospettire i poliziotti è stata per prima cosa la durata della rapina, ricavata dai filmati della videosorveglianza: appena 19 secondi, troppo poco per minacciare con una pistola e prendere a pugni la barista, recuperare da un cassetto le chiavi della cassaforte, aprirla e arraffare il denaro, poco meno di 4.500 euro. E infatti, quella denunciata lo scorso 4 agosto da una dipendente di una caffetteria nell'area del centro commerciale Navile di Bologna era una messinscena, architettata dal marito della barista, 24enne di origine moldava, insieme a un complice, anche lui 24enne bolognese, e alla stessa ragazza, 23enne moldava. I tre sono stati denunciati a piede libero dalla polizia per furto aggravato ai danni del bar, la giovane è accusata anche di simulazione di reato. A smascherarli sono stati gli investigatori della Squadra Mobile, esaminando i video delle telecamere di sorveglianza del centro commerciale. Il rapinatore, mascherato con un cappuccio nero, si vede arrivare in bici e poi entrare nel bar, che sta aprendo in quel momento, impugnando una pistola. Dopo 19 secondi si allontana sulla stessa bici verso via Colombo. L'attenzione dei poliziotti è stata attirata da un furgone bianco che sostava nel luogo in cui il rapinatore viene perso di vista. Lo stesso furgone era stato ripreso, in alcuni filmati antecedenti la rapina, mentre sembrava seguire l'auto con cui la barista era arrivata al lavoro da Sasso Marconi, dove abita. Individuata la targa del furgone, si è scoperto che, benché intestato a un commerciante ambulante di Rimini, in quei giorni era in uso a un 23enne bolognese con vari precedenti, che tra l'altro risultava essere un conoscente del marito della barista, anche lui con precedenti: i due infatti erano stati in più occasioni controllati insieme dalle forze dell'ordine. A confermare i sospetti, a quel punto già piuttosto solidi, è stata la successiva perquisizione a casa del 'finto' rapinatore, dove i poliziotti hanno trovato la pistola (una 'scacciacani' senza tappo rosso), la bicicletta ripresa nei video e alcuni dei vestiti utilizzati durante la rapina. La felpa che indossava è stata invece rinvenuta a casa della barista e del marito. E' stato poi quest'ultimo a confessare ai poliziotti che la rapina era una messinscena e che tutto il denaro, 4.370 euro, era già stato speso per saldare alcuni debiti.