2 AGOSTO 2024

14:20

NOTIZIA DI CRONACA

DI

1258 visualizzazioni


2 AGOSTO 2024 - 14:20


NOTIZIA DI CRONACA

DI

1258 visualizzazioni



RIMINI: Sbatte la testa della ex contro vetrina, allontanato da casa

"Tu non esci senza permesso, ma devi andare a lavorare per pagare le bollette, perché non sai neppure cucinare". Questi gli insulti che un riminese di 50 anni, indagato per maltrattamenti in famiglia, rivolgeva alla moglie quando era ubriaco. Spesso però, il 50enne passava dalle parole ai fatti che trasformavano le denigrazioni in aggressioni fisiche. L'uomo, secondo le indagini della Polizia di Stato coordinate dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, era spinto da un'immotivata gelosia, arrivando a controllare tutti gli spostamenti della moglie che era costretta a chiedergli il permesso prima di uscire di casa. Il 50enne dopo l'ennesima grave sfuriata e aggressione nei confronti della moglie, è stato allontanato dalla casa familiare in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip Vinicio Cantarini su richiesta della Procura. Le ipotesi di reato a carico del 50enne sono maltrattamenti in famiglia iniziati addirittura nel 2005 e lesioni. L'episodio più grave lo scorso 17 luglio quando la Polizia ha raccolto la testimonianza della moglie, una riminese di 49 anni, mentre si trovava in Pronto Soccorso all'Ospedale di Riccione. La donna aveva raccontato di essere stata aggredita da quello che era diventato da qualche tempo ex marito, incontrato per caso in strada. L'uomo le aveva sbattuto la testa contro la vetrina di un negozio. Poi l'aveva trascinata a casa e là presa per i capelli aveva continuato a batterle il capo sul letto, mandandola in ospedale. Il 50enne allontanato di casa non potrà avvicinarsi all'ex moglie a meno di 500 metri.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

BOLOGNA: Confermato l’ergastolo per Daniele Severi

La Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per Daniele Severi, fratello di Franco Severi, trovato decapitato il 21 giugno 2022 nella sua casa di campagna a Seggio di Civitella, già condannato in primo grado lo scorso maggio dal tribunale di Forlì. Dopo oltre 13 ore complessive di dibattimento, la decisione è arrivata nel tardo pomeriggio, al termine della camera di consiglio presieduta dal giudice Domenico Stigliano. Il caso era stato al centro di venti udienze intense, con decine di testimoni e periti. L’accusa, sostenuta dalla pg Rossella Poggioli, ha ribadito la responsabilità dell’imputato, basandosi principalmente su due prove: un paio di scarpe con tracce ematiche fresche e dei guanti insanguinati trovati nella sua auto. La difesa, rappresentata dagli avvocati Marco Martines e Maria Antonietta Corsetti, ha chiesto l’assoluzione, contestando la validità e la datazione del sangue rilevato. Corsetti ha sottolineato che le prove scientifiche sono state travisate e che i guanti, sebbene contaminati dal sangue della vittima, non contenevano tracce di DNA dell’imputato, ma di un soggetto terzo. Inoltre, ha evidenziato la mancanza di impronte, tracce ematiche e segni di effrazione sulla scena del crimine. Non è stata trovata l’arma del delitto, né la testa della vittima, elementi che rendono ignota la dinamica esatta dell’omicidio. Ora per Daniele Severi si apre la possibilità di ricorrere in Cassazione. La sentenza non è ancora definitiva.