10 AGOSTO 2024

13:54

NOTIZIA DI CRONACA

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10 AGOSTO 2024 - 13:54


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FORLI’: Blitz in un poltronificio, 11 lavoratori in nero

Nuova operazione congiunta della Polizia di Stato, dell'Ispettorato del Lavoro e dell'INAIL, che ha portato alla sospensione dell’attività di una seconda impresa gestita da cinesi nella zona industriale di Forlì. Nell’ambito delle iniziative finalizzate al contrasto dell’immigrazione irregolare e alla verifica delle condizioni di lavoro, la Squadra Mobile di Forlì ha effettuato un controllo in un poltronificio della zona industriale. All’interno sono stati identificati 29 lavoratori, tutti stranieri, alcuni dei quali richiedenti asilo, intenti all’assemblaggio dei divani. Alcuni lavoratori erano esposti a un rischio concreto per la loro incolumità. Durante l’accesso, erano presenti nell’azienda 28 lavoratori, di cui 11 cinesi in nero: nessun contratto, nessuna formazione, tanto che il datore di lavoro non è stato in grado di documentare la loro regolare occupazione. Viste le carenze riscontrate, il numero abnorme di lavoratori irregolari e allo scopo di salvaguardare la sicurezza dei lavoratori stessi, è stato adottato un provvedimento di sospensione dell’attività d’impresa con decorrenza immediata. Il capannone è stato chiuso con l’apposizione di nastri e sigilli su tutti gli accessi all’immobile.




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CESENA: Inscenarono funerale durante unione gay, tutti prescritti ex forzanuovisti

Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.