3 LUGLIO 2024

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NOTIZIA DI CRONACA

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3 LUGLIO 2024 - 08:07


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BOLOGNA: Processo Amato, l'imputato, "mai avuto problemi economici"

"Io non ho mai avuto problemi economici e con il mio lavoro ho più di quello che mi serve e per le mie abitudini di vita. Da quando sono maggiorenne non ho mai avuto problemi economici, ho sempre lavorato". Lo ha detto Giampaolo Amato, l'oculista, ex medico della Virtus, accusato di aver ucciso con un mix di farmaci la moglie Isabella Linsalata e la suocera Giulia Tateo, davanti ai giudici della Corte d'Assise di Bologna. Amato, rispondendo alle domande dell'avvocata di parte civile, Francesca Stortoni, che rappresenta Nicola Tateo, il fratello della suocera, ha aggiunto: "Amo il mio lavoro e lavoro per il piacere di farlo". "Con mia moglie Isabella non è mai esistito alcun problema economico. Io ci ho rimesso la tranquillità familiare, sono stato coerente, ho detto che mi sono innamorato di un'altra persona e sono uscito di casa, rinunciando a tutto", ha chiarito Amato, precisando che in famiglia "non ci sono mai state discussioni anomale o esagerate". "Quando sono uscito di casa ho continuato a pagare tutte le utenze", ha aggiunto Amato, sottolineando che la decisione di andare ad abitare nel suo studio, in via Bianconi al civico 6, a partire da luglio 2021 "era transitoria". Al piano superiore c'era la casa di famiglia e la casa della suocera, Giulia Tateo. "Sono rientrato perché aspettavo di trovare un'altra soluzione - ha aggiunto Amato - Questa scelta non era motivo di attrito con nessuno. L'ammezzato di via Bianconi, 6 era ed è sempre stato destinato allo studio. Potevo continuare a permettermi un affitto, i soldi per noi non sono mai stati un problema, ma era una soluzione temporanea".




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BARCELLONA: Cavallari tradito dal cellulare, caccia ai complici | VIDEO

Si trova in carcere in spagna in attesa dell’estradizione Andrea Cavallari, dopo la fuga durante le festa di laurea. Nel frattempo emergono altri dettagli sul suo arresto, mentre prosegue la ricerca dei complici. È stato un telefonino a tradire Andrea Cavallari, il 26enne modenese condannato per la strage di Corinaldo ed evaso il 3 luglio scorso dal carcere della Dozza di Bologna durante un permesso premio concesso per la sua laurea. Dopo giorni di ricerche, la sua fuga si è conclusa in un albergo a Lloret de Mar, in Spagna. Tutto è iniziato con le immagini di una festa in famiglia. Le telecamere di sorveglianza di un ristorante in cui Cavallari stava pranzando con i parenti dopo la discussione della tesi lo hanno ripreso mentre usava un telefonino. Gli investigatori, attraverso l'analisi delle immagini, sono riusciti a identificare l'apparecchio e intercettarne il numero. Da lì hanno seguito i movimenti del latitante, tracciandone lo spostamento da Bolognaa fino a Barcellona, per poi arrivare all'albergo della Costa Brava dove è stato bloccato. Ma il telefonino non è stato l’unico errore fatale. Fondamentale per la sua localizzazione è stata anche la pista del denaro. Durante la latitanza Cavallari ha utilizzato una carta di credito intestata a una donna, dove erano stati depositati migliaia di euro. I pagamenti hanno permesso agli investigatori di restringere il campo. Al momento dell’arresto, Cavallari era in possesso del cosiddetto “kit del fuggiasco”: documenti falsi, soldi falsi (almeno 800 euro in banconote da 20 euro contraffatte) e la carta di credito usata per tutte le spese. Elementi che confermano l’ipotesi, ora al vaglio degli inquirenti, di una rete di fiancheggiatori che avrebbe supportato l’evasione e la fuga all’estero. Non è escluso che alcuni complici possano essere stati conosciuti durante la detenzione alla Dozza. L’attenzione delle autorità è ora rivolta proprio a identificare e rintracciare questi possibili complici. Attendendo anche il ritorno in Italia, che avverrà tra pochi giorni.