2 LUGLIO 2024

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2 LUGLIO 2024 - 09:38


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RIMINI: Caso Pierina, sui muri del condominio scritte contro la nuora

Scritte sui muri sono apparse lunedì mattina nelle scale del garage di via Del ciclamino proprio dove la mattina del 4 ottobre Pierina Paganelli, 78 anni, fu trovata morta dalla nuora Manuela Bianchi. Sul posto è tornata per l'ennesima volta, come riporta la stampa locale, la Squadra Mobile della questura di Rimini. Anche questo particolare entrerà a far parte del corposo fascicolo che il sostituto procuratore Daniele Paci sta organizzando a sostegno delle ipotesi nei confronti di Louis Dassilva. La vicenda è oramai nota e ruota attorno alle persone che vivono sullo stesso pianerottolo della vittima: Dassilva, 34 anni senegalese, la moglie Valeria Bartolucci e l'amante del 34enne Manuela Bianchi. Ed è proprio contro Manuela che ieri sono comparse delle scritte. Non è la prima volta che la nuora viene presa di mira in questi mesi sempre a causa della sua relazione extraconiugale che è stato anche motivo del suo ritiro dai testimoni di Geova.




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CESENA: Inscenarono funerale durante unione gay, tutti prescritti ex forzanuovisti

Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.